Di Alessandra Lemme
Roma, 6 ott. (LaPresse) – La tensostruttura della Croce Rossa italiana (Cri), presso la Stazione Tiburtina di Roma, sarà smontata e il centro nato per accogliere i migranti verrà presto trasferito in uno degli stabili sequestrati nell’ambito dell’inchiesta ‘Mafia Capitale’.
Nei prossimi giorni verranno smantellate le 15 tende che dalla metà di giugno hanno ospitato migliaia di cosiddetti ‘transitanti’: persone che, sbarcate sulle coste del sud Italia, passano da Roma per poi lasciare il Paese e raggiungere, solitamente, il Nord Europa.
Operatori e migranti si sposteranno in via del Frantoio 44, dove la Eriches 29, una delle cooperative facenti capo a Salvatore Buzzi, gestiva un centro per minorenni stranieri arrivati in Italia senza genitori. Dopo gli arresti seguiti alle indagini sul ‘mondo di mezzo’, il centro è stato chiuso e lo stabile sequestrato.
“L’accordo di oggi rappresenta una restituzione importante alla città e a persone sulle quali si è lucrato”, sottolinea soddisfatta l’assessore alle Politiche sociali Francesca Danese, secondo la quale lo spazio sarebbe già pronto per l’accoglienza.
Il Campidoglio trova così una soluzione al blocco dei lavori nel Ferrhotel, la struttura messa a disposizione da Ferrovie dello Stato per l’accoglienza e che avrebbe dovuto sostituire le tensostruttura già da settimane.
Gli operatori Cri di Roma hanno effettuato oggi un sopralluogo nei locali scelti dal Comune, “siamo pronti – fanno sapere – anche perché la situazione nella tendopoli, con l’irrigidirsi del clima e le prime piogge autunnali, è difficile da gestire”.
“Oggi ospitiamo 90 persone circa, la situazione è tranquilla ma l’arrivo dell’autunno ha complicato non poco il nostro lavoro”, racconta Giorgio De Acutis, responsabile della tendopoli.
“Nelle ultime settimane abbiamo avuto una diminuzione degli arrivi, che era stata prevista, e un’accelerazione delle partenze – spiega l’operatore Cri di Roma – . Se in agosto arrivavano tra le 30 e le 50 persone ogni giorno, oggi la media è scesa a una decina”.
“Non bisogna dimenticare però – prosegue De Acutis – che, anche se in autunno i flussi migratori diminuiscono, per chi si sposta nei mesi freddi il viaggio è ancora più pericoloso e i rischi legati alla salute, anche dopo la traversata in mare, sono maggiori”.
Il centro della Stazione Tiburtina ha fornito, in questi mesi, un posto dove dormire al coperto, cibo, acqua, cure quando necessarie, e le informazioni, comprese spesso quelle per proseguire il viaggio, alle persone ospitate.
“Nei giorni passati in tanti ci hanno chiesto coperte perché nelle tende faceva freddo – rileva De Acutis -. Quello che ci preoccupa di più è la pioggia, perché il terreno su cui è stato realizzato il campo non ha un buon assorbimento dell’acqua e facilmente si creano allagamenti”. “Ma siamo ottimisti”, conclude De Acutis, e forse già pensa alle prossime fatiche del trasloco, ma anche al tetto sotto il quale, se tutto va bene, presto i ‘transitanti’ troveranno riparo.
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