Milano, 26 ott. (LaPresse) – Per mangiare all’interno di Expo i visitatori hanno speso in media 27 euro con la maggioranza del 32 per cento che ha scelto un cucina esclusivamente italiana, il 25 per cento solo quella straniera, il 34 per cento ha provato sia la straniera che quella italiana mentre il 9 per cento non ricorda. E’ quanto emerge dalla prima indagine completa sul bilancio dell’evento elaborata da Coldiretti/Ixe’ presentata al Forum sull’eredità di Expo e sulle sfide future organizzato dalla Coldiretti nella settimana conclusiva. Meno della metà dei visitatori (47 per cento) ha giudicato troppo alta la spesa per la ristorazione (bar, ristoranti, fast food e cibi di strada) mentre un 6 per cento dichiara di non aver acquistato niente, secondo l’indagine Coldiretti/Ixe’.
SI MANGIA IN GIAPPONE E THAILANDIA-. In cima alla lista della cucina straniera più apprezzata – sottolineano Coldiretti/Ixe’- sale il Giappone che trova il consenso del 18 per cento dei visitatori ma nella top ten ci sono anche la Thailandia, la Francia, la Spagna, l’Argentina, il Messico. Il Brasile, gli Usa, la Corea e l’India. Solo una risicata percentuale si è avventurata nell’assaggio delle curiosità piu’ strane offerte, dall’ hamburger di alligatore a quello di zebra dello Zimbawe fino al pesce palla giapponese che tuttavia hanno conquistato una certa notorietà.
IL PANINO ALL’ASTICE E IL RISO FRITTO-. Ma tra i diversi piatti stranieri molto ricordati sono stati anche – precisano Coldiretti/Ixè – gli hamburger e il panino all’astice degli Usa, la bistecca dell’Uruguay, le patate olandesi e quelle del Belgio la birra slovena, la sangria e tapas di prosciutto della Spagna, il riso fritto e pollo dell’ Indonesia, le tajine di agnello berbero del Marocco, gli involtini primavera malesi, gli hot dog con salsa di gamberetti dell’Inghilterra, il falafel di Israele, il zereshk dell’Iran, la Baklava della Turchia, i ravioli croccanti della Corea, insalata di cavallo con caviale di beluga e latte di giumenta fermentato del Kazakistan, il sukiyaki bento del Giappone e il cous cous della Tunisia.
DIFESA DELL’AGROALIMENTARE-. “Ma Expo è stata una grande occasione per difendere i primati italiani nell’agroalimentare con molteplici appuntamenti dedicati ai singoli prodotti, dal gelato alla birra, dall’ortofutta al pane, dal latte al coniglio, dalle uova al riso che hanno visto la partecipazione attiva degli agricoltori”, ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che grazie alla raccolta organizzata nel padiglione Coldiretti dell’Esposizione in soli tre mesi sono state raccolte quasi 90mila firme a sostegno della petizione per impedire l’utilizzo della polvere di latte nella produzione dei formaggi italiani ma nel periodo di Expo sono anche aumentate di ulteriori centomila le firme dei cittadini a sostegno della candidatura dell’arte della pizza a patrimonio immateriale dell’Umanita’ dell’Unesco.