Agrigento, 9 nov. (LaPresse) – La Direzione investigativa antimafia di Agrigento ha eseguito un provvedimento di confisca a Capizzi Giuseppe, 46enne, elemento di spicco della “famiglia mafiosa” di Ribera (Ag).
Il provvedimento è stato emesso dalla Seconda Sezione Penale del tribunale di Agrigento e riguarda beni già sottoposti a sequestro.
L’uomo appartiene ad un contesto familiare del quale fanno parte soggetti che, già dalla metà degli anni ’80, hanno rivestito un ruolo di rilievo all’interno di cosa nostra agrigentina, come ad esempio lo zio, Simone Capizzi, divenuto il reggente provinciale della “famiglia mafiosa” dopo l’omicidio di Carmelo Coletti.
Insieme ai figli Mario, Giuseppe e Carmelo, sono detenuti per associazione di tipo mafioso e, in particolare, Mario sta scontando una sentenza definitiva all’ergastolo anche per l’omicidio del piccolo Giuseppe Di Matteo, figlio del collaboratore di giustizia di Altofonte (Pa), sequestrato nel novembre del 1993 ed ucciso nel 1996 da Giovanni Brusca.
Indagato ed arrestato nell’ambito dell’operazione ‘Scacco Matto’, Giuseppe Capizzi è stato condannato, con sentenza definitiva, alla pena di anni otto e mesi otto di reclusione, per associazione di tipo mafioso.
L’odierna confisca ha riguardato una impresa individuale con sede a Ribera, avente per oggetto l’attività di colture miste viticole, olivicole e frutticole, due terreni siti in provincia di Agrigento, nonché il saldo attivo di un conto corrente, per un valore complessivo di circa 90mila euro.
Nell’ambito del medesimo procedimento di prevenzione, il tribunale di Agrigento ha applicato a Capizzi la misura della sorveglianza speciale di P.S., con obbligo di soggiorno nel Comune di residenza, per la durata di anni quattro.