Mafia Capitale, Odevaine: Destra individuò in Buzzi riferimento nel sociale

Roma, 9 nov. (LaPresse) – “Io ero capo di gabinetto vicario del sindaco Veltroni e, diversamente da quello che normalmente accade in questi casi, il nuovo sindaco mi chiese di rimanere fino a luglio. Nella sostanza mi resi conto che egli non credeva di vincere e quindi non aveva una classe dirigente pronta al governo della città”. Così Luca Odevaine, a proposito dell’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno, nell’interrogatorio con i pm di Mafia Capitale, del 15 ottobre scorso nel carcere di Terni dove l’ex membro del tavolo sui migranti del ministero dell’Interno è stato detenuto fino alla scorsa settimana.

“Mi dissero di voler inserire nei ruoli apicali e dirigenziali persone che, a prescindere dalla loro competenza e dalla competenza di chi in precedenza rivestiva quei ruoli, fossero di loro fiducia – prosegue Odevaine agli arresti domiciliari ed imputato per corruzione nell’ambito dell’inchiesta -. Mi dissero anche che la città era stata governata da lungo tempo dalla sinistra e che occorreva sostituire i referenti che la sinistra aveva nel sociale (cooperative di sinistra) con referenti della destra”. “Sennonché la destra non aveva soggetti economici di riferimento che avessero tali caratteristiche – aggiunge Odevaine – dunque l’Amministrazione Alemanno, nel giro di qualche anno individuò nel sistema Buzzi il riferimento nel sociale nell’aggiudicazione dei lavori, complice il rapporto di conoscenza che vi era tra Alemanno, Buzzi, Mancini, Carminati e Pisu, nato in carcere tempo prima”.