Palermo, 12 nov. (LaPresse) – Dalle prime luci dell’alba la polizia di Stato sta dando esecuzione a numerose ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal gip presso il Tribunale di Palermo su richiesta della Direzione distrettuale antimafia. Con l’operazione ‘Stirpe’, gli investigatori della squadra mobile diretti da Rodolfo Ruperti, hanno individuato il vertice di un segmento significativo di Cosa Nostra, che ancora oggi le investigazioni hanno dimostrato essere legato a rituali di affiliazione arcaici.
Nel corso dell’operazione antimafia della polizia di Stato, denominata ‘Stirpe’, è stato arrestato Salvatore Profeta, capo della famiglia di Santa Maria di Gesù. Il boss mafioso, indicato da alcuni collaboratori di giustizia come ‘uomo d’onore’ della famiglia di Santa Maria di Gesù sin dai tempi di Stefano Bontate, nonché già destinatario di numerose condanne per associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsione e traffico di sostanze stupefacenti, venne arrestato per la strage di via d’Amelio e scarcerato a ottobre del 2011 a seguito della revisione del processo.
Non appena è stato rimesso in libertà, Salvatore Profeta ha ripreso le redini del mandamento mafioso. La sua posizione di comando è stata riconosciuta incondizionatamente sin da subito anche da altri esponenti mafiosi di spicco che in diverse occasioni si sono sottoposti al ‘rito del bacio in fronte’ dispensato dal capo famiglia. Agli arrestati di oggi vengono contestati i reati di associazione mafiosa, estorsione e rapina.