Agrigento, 2 dic. (LaPresse) – Imponevano il pizzo alle aziende, soprattutto di calcestruzzo, e in molti casi avrebbero tentato di condizionare una serie di importanti opere, tra cui il rigassificatore di Porto Empedocle in costruzione, e i trasporti con l’isola di Lampedusa. Il racket non avrebbe risparmiato neppure le attività di ristrutturazione di alloggi popolari. La polizia di Palermo e Agrigento ha eseguito 13 arresti nei confronti di presunti esponenti di Cosa Nostra delle due città. Un sodalizio che non si sarebbe mai interrotto, secondo gli inquirenti, e documentato con le immagini dei summit svoltisi nelle campagne agrigentine tra ruderi ed appezzamenti di terreno. Gli arrestati sono ritenuti responsabili dei reati di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsione, illegale detenzione di armi, detenzione di sostanze stupefacenti.
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