Napoli, 11 dic. (LaPresse) – Beni per 10 milioni di euro sono stati confiscati dai finanzieri del nucleo di polizia tributaria di Napoli e dai carabinieri del nucleo investigativo di Torre Annunziata, nei territori di Boscoreale (Napoli), Poggiomarino (Napoli) e Vitulazio (Caserta), a Francesco Casillo, elemento di spicco del clan Aquino-Annunziata, attivo a Boscoreale e nelle zone limitrofe.

Il provvedimento emesso dall’ufficio misure di prevenzione del tribunale di Napoli su richiesta della procura di Torre Annunziata riguarda beni immobili, conti correnti bancari, depositi e polizze assicurative, per un valore complessivo di circa 10 milioni di euro.

Casillo, attualmente detenuto, è già stato condannato in via definitiva per associazione di tipo mafioso, e riportato altre condanne per associazione finalizzata al traffico di stupefacenti e omicidio aggravato dalle finalità mafiose. In particolare, venne arrestato nel luglio 2011 assieme ad altre 33 persone nell’ambito dell’operazione ‘Re Bomba’, che colpì i clan camorristici Gionta e Aquino-Annunziata operanti nell’area vesuviana, per i reati di associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, con il sequestro di beni per un valore di 7 milioni di euro riconducibili ai predetti clan.

Nel provvedimento restrittivo Casillo viene indicato come il capo di un’articolata compagine criminale che gestiva la fiorente piazza di spaccio del Piano Napoli di via Passanti Scafati di Boscoreale. Lo stesso è stato inoltre raggiunto, nel marzo 2014, da una misura cautelare in carcere quale compartecipe nella deliberazione ed organizzazione del duplice omicidio dei fratelli Manzo, avvenuto in Terzigno il 10 febbraio 2007, per il quale, a luglio scorso, è stato condannato alla pena dell’ergastolo dalla Corte d’Assise di Napoli.

LE INDAGINI. L’indagine patrimoniale, condotta su convergenti filoni investigativi, ha consentito di accertare la natura illecita del denaro utilizzato dall’indagato per l’acquisizione dei beni immobili sequestrati, derivante dal coinvolgimento nel clan e dal riciclaggio di ingenti somme di denaro provenienti dal traffico di sostanze stupefacenti nell’acquisto di immobili, nel Casertano e nella zona Vesuviana, nonché dalla gestione delle attività economiche illecite come la gestione di una fiorente piazza di spaccio nel piano Napoli di Boscoreale.

Le indagini hanno inoltre consentito di ricostruire la sproporzione tra i redditi e le attività economiche dell’interessato, rispetto ai beni mobili e immobili di cui lui e la sua famiglia e sono titolari, chiaro indicatore della provenienza illecita dei beni del Casillo.

Le attività hanno portato al sequestro di circa 60 immobili tra appartamenti, garage e terreni, e diversi rapporti finanziari.

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