Roma, 13 dic. (LaPresse) – “Apritemi le porte della giustizia. Per la tua grande misericordia entrerò nella tua casa, Signore”. Con questa formula Papa Francesco ha aperto la Porta Santa della basilica di San Giovanni in Laterano, dopo essersi raccolto per qualche minuto in preghiera. Il pontefice ha spinto l’enorme portone in metallo, aiutato dall’interno, per poi entrare in processione lungo la navata della chiesa. A breve presiederà la messa.

Dopo il rito di introduzione e l’atto penitenziale nell’atrio della basilica di San Giovanni in Laterano, Papa Francesco ha raggiunto e salito i gradini in silenzio, aperto la Porta Santa e sostato in preghiera sulla soglia. Quindi, in questa terza domenica di Avvento ‘Gaudete’, è entrato solo, e per primo, nella basilica, seguito dai concelebranti e da alcuni rappresentanti di religiosi e fedeli laici.

“DIO CI LIBERERA’ DA ARROGANZA GOVERNANTI”. “In un contesto storico di grandi soprusi e violenze, ad opera soprattutto di uomini di potere, Dio fa sapere che Lui stesso regnerà sul suo popolo, che non lo lascerà più in balìa dell’arroganza dei suoi governanti, e che lo libererà da ogni angoscia. Oggi ci viene chiesto che ‘non ci lasciamo cadere le braccia’ a causa del dubbio, dell’impazienza o della sofferenza”. E’ un passaggio dell’omelia di Papa Francesco a San Giovanni in Laterano.

“Questa terza domenica di Avvento – aggiunge – attira il nostro sguardo verso il Natale ormai vicino. Non possiamo lasciarci prendere dalla stanchezza; non ci è consentita nessuna forma di tristezza, anche se ne avremmo motivo per le tante preoccupazioni e per le molteplici forme di violenza che feriscono questa nostra umanità. La venuta del Signore, però, deve riempire il nostro cuore di gioia. Il profeta, che porta inscritto nel suo stesso nome, Sofonia, il contenuto del suo annuncio, apre il nostro cuore alla fiducia: ‘Dio protegge’ il suo popolo”.

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