Firenze, 13 dic. (LaPresse) – Marco Piagentini è una delle tante persone coinvolte nella tragedia di Viareggio, dove sei anni fa un treno merci deragliò, incendiando la stazione. Morirono in 32 e molti altri rimasero feriti. Piagentini – che ha ustioni sul 95% del corpo e ha trascorso sei mesi in ospedale – nella strage ha perso la moglie Stefania, 34 anni, e i figli Luca, 4 anni e Lorenzo di 2 anni. Un terzo figlio, Leonardo, fu trovato sotto le macerie con ustioni dopo quattro ore e mezzo dall’esplosione. E’ il presidente dell’associazione ‘Mondo che vorrei’, che rappresenta i familiari delle vittime della strage di Viareggio e che oggi si trova di fronte alla Leopolda di Firenze. “La mia famiglia – dice – è stata completamente distrutta e oggi sono qui per chiedere un minimo di giustizia”.

La protesta nasce dal fatto che la prossima primavera è attesa la sentenza di primo grado del processo, che vede 33 persone imputate. Il capo d’imputazione di incendio colposo andrà, però, in prescrizione, alla fine dell’anno; all’inizio del 2017, invece, sarà prescritto il reato di lesioni gravissime.

“Siamo qui perché abbiamo chiesto di poter intervenire” alla Leopolda, spiega Piagentini, “per raccontare cosa sta succedendo in quel processo in cui si parla di sicurezza per la ferrovia. Nel 2016, infatti, si prescriverà l’incendio colposo e noi siamo qui a chiedere dove dobbiamo cercare la giustizia. Se i capi di imputazione si prescriveranno un po’ alla volta, allora di che cosa sono morti i nostri figli?”.

I manifestanti indossano cartelloni con le immagini dei familiari morti nella strage. “Siamo delle mamme, dei papà a cui hanno ucciso dei figli – dice Daniela Rombi, uno dei volti della protesta insieme a Piagentini – che erano al sicuro nelle loro case. Io personalmente ho conosciuto Renzi quando era sindaco di Firenze. Ci ho parlato, ha camminato con me alla manifestazione di Libera e anche accanto a mia figlia e ci disse che avrebbe fatto di tutto, che ci sarebbe stato vicino. E io ci ho creduto. Poi è diventato presidente del Consiglio e alla nostra richiesta di essere ricevuti non ha mai dato risposta. Però – aggiunge Rombi – ha fatto qualcosa per noi: ha nominato l’imputato Moretti amministratore delegato di Finmeccanica, aumentandogli lo stipendio, mettendolo a capo della più grande azienda italiana di guerra”.

“Mia figlia – spiega la donna al megafono – è stata uccisa mentre giocava a carte con la sua amica. Il prossimo anno l’incendio colposo va in prescrizione e noi non ci stiamo, non possiamo sopportarlo. Renzi e il governo devono fare qualcosa. Come hanno salvato le banche da un giorno all’altro, come hanno trovato 10 milioni di euro per i loro stipendi, devono fare qualcosa perché se ci sarà la prescrizione noi familiari non sapremo cosa faremo, ma sappiate che i responsabili saranno Renzi e il suo governo”.

Il 24 settembre i familiari delle vittime della strage erano stati ricevuti dal Capo dello Stato, Sergio Mattarella, a cui avevano espresso le loro preoccupazioni.

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