I carabinieri hanno eseguito misure di custodia cautelare nei confronti di 24 persone

I carabinieri del comando provinciale di Roma stanno eseguendo misure cautelari, disposte dal gip presso il Tribunale di Roma su richiesta della procura, nei confronti di 24 persone, tutte indagate a vario titolo dei reati di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di efferate rapine in abitazioni, furto, ricettazione, detenzione e porto abusivo di armi da fuoco. A capo del sodalizio colpito dalle indagini condotte dai carabinieri del nucleo investigativo di Roma, Manlio Vitale, detto 'er Gnappa', già fondatore ed esponente di spicco della banda della Magliana.  Proprio nella banda,  Vitale "rivestiva il ruolo di referente per i quartieri Tor Marancia e Garbatella, visto il suo stretto legame con Maurizio Abbatino, dal quale era stato designato ad intrattenere contatti con esponenti della 'ndrangheta calabrese e della camorra napoletana". Circa 200 carabinieri, con l'ausilio di unità cinofile edi un elicottero, stanno tuttora eseguendo arresti, perquisizioni e sequestri in tutta la provincia di Roma. I carabinieri stanno anche sequestrando quattro lussuosi appartamenti e sei veicoli riconducibili a Vitale, nonché un'ulteriore dimora riconducibile ad un sodale, tutti beni fittiziamente intestati a prestanome.

L'indagine è stata avviata a seguito di un'efferata rapina commessa, agli inizi di ottobre 2014, nella villa di un medico residente nel quartiere Eur di Roma.

In tale circostanza due rapinatori, successivamente identificati nei pregiudicati erano riusciti ad entrare nell'abitazione fingendo di essere poliziotti ed esibendo anche dei tesserini identificativi della polizia di Stato. Avevano, quindi, dopo aver minacciato le vittime con una pistola, immobilizzato il medico, la moglie, la badante ed i due figli minori e, prima di legarli e rinchiuderli in uno sgabuzzino, si erano fatti consegnare oro, preziosi e contanti per un bottino di circa 200mila euro.

Le successive indagini, sviluppate dai carabinieri del nucleo investigativo di Roma, anche con l'ausilio della sua componente tecnico-scientifica e con l'utilizzo di intercettazioni telefoniche ed ambientali, hanno consentito di accertare che i due rapinatori appartenevano ad una c.d. "batteria", composta da numerosi soggetti, tutti agenti sotto la guida criminale di Vitale.

I carabinieri hanno, quindi, proceduto a raccogliere gravi, precisi e concordanti indizi in relazione a 9 episodi delittuosi commessi dalla banda, operando anche degli arresti in flagranza di reato durante l'attività investigativa. Identico è risultato il metodo criminale utilizzato dal sodalizio.

Vitale, usufruendo dei contatti "qualificati" su cui poteva contare, acquisiva informazioni dettagliate sulle potenziali vittime da rapinare, tutte persone abbienti e vulnerabili, come ad esempio donne che vivevano da sole o persone anziane, oppure famiglie con figli piccoli. Individuata la vittima, forniva le notizie fondamentali per compiere i delitti, demandandone poi l'organizzazione e l'esecuzione ad un suo fedelissimo collaboratore, legato a lui sin dai tempi della "Banda della Magliana", ossia Rodolfo Fusco, classe '54, con precedenti del quartiere Tor Marancia come il Vitale.

Fusco si avvaleva di vari soggetti criminali della Città per la pianificazione e l'esecuzione materiale delle rapine e dei furti. Tutti i componenti riconoscevano, in maniera indiscussa, Manlio Vitale quale capo del loro gruppo criminale.

Le armi dell'associazione erano custodite da una coppia di incensurati che abitavano nella stessa palazzina di uno degli esecutori materiali delle rapine, D. S., con precedenti, 55enne di Tor Bella Monaca. Dette armi, in più occasioni, risultano essere state fornite dal titolare di una palestra sita nel quartiere Prati di Roma, P.A., classe '73, con precedenti per reati contro il patrimonio e traffico di droga.

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