Sgominata banda di rapinatori dedita ad assalti a caveau e portavalori che agiva in tutta Italia. Dieci persone sono state arrestate nella notte in seguito ad una maxi operazione dei carabinieri di Bari, che ha coinvolto oltre 200 militari, con unità cinofile, elicotteri e georadar, per la ricerca di armi, in particolare kalashnikov. Secondo le indagini, la banda avrebbe messo a segno almeno cinque colpi, tutti assalti a portavalori in Puglia, Basilicata e Campania. I rapinatori, inoltre, stavano programmando anche un attacco al caveau della Banca Popolare di Milano in piazza Duca d'Aosta.
I dieci arrestati, riferiscono i militari, sono professionisti degli assalti "in grande stile". Solo alcuni sono fiancheggiatori incensurati utilizzati dalla banda per appoggio fuori area. Puglia, Basilicata, Campania, ma anche Lombardia, le regioni toccate dall'operazione. L'accusa è per tutti di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di rapine aggravate in danno di furgoni portavalori e caveau, nonché ricettazione, riciclaggio, detenzione e porto abusivo di arma da guerra e comune da sparo.
Le indagini dei carabinieri della compagnia di Barletta hanno preso vita da un monitoraggio di tutti gli elementi sospettati di questi reati, anche a seguito dei numerosi assalti a bancomat avvenuti recentemente tra Puglia e Basilicata. Indagini tradizionali, supportate da pedinamenti in tutta Italia, intercettazioni ambientali, hanno consentito di conoscere, fin nei minimi dettagli, gli assetti organizzativi di una vera e propri banda paramilitare, con ruoli ben distinti e definiti, con una pianificazione maniacale degli assalti, attraverso lo studio dell'obiettivo e la dettagliata organizzazione delle imboscate, senza lasciare tracce. Individuata anche la creazione e lo sfruttamento di una rete logistica di supporto a ridosso dell'obiettivo, l'uso di armi da guerra, soprattutto di fucili mitragliatori kalashnikov e di esplosivi ad alto potenziale; poi autovetture potenti e di grossa cilindrata, strumenti meccanici a motore da utilizzare con maestria per provocare la forzatura di caveau e mezzi blindati. Si tratta di soggetti di Andria e di Canosa di Puglia, con appoggi nel beneventano, nel vicentino e nel basso Lazio.
Nel corso dell'inchiesta sono state sventate due rapine, una a San Nicola di Melfi e una a Torrenova, attraverso il tempestivo cambio di itinerario del blindato e il recupero dei mezzi pesanti che ne avrebbero sbarrato la strada. Altri tre erano i colpi che la banda avrebbe messo a segno in città del nord Italia: nel caveau di Banca Popolare di Milano, in piazza Duca D'Aosta, un deposito orafo di Tezze sul Brenta e un blindato in Marghera. Tutti sventati con gli arresti di oggi, grazie ai quali sono stati sequestrati, a casa di uno degli indagati, anche due fucili a canne mozze con matricola abrasa.