"Ti invidio per questo coraggio nel presentare le tue richieste determinate, ti invidio questo interesse del tuo governo per la causa di tuo figlio e, scusami, ti invidio per aver potuto rivedere tuo figlio" scrive in una lettera pubblicata da Corriere.it
"Ti invidio per questo coraggio nel presentare le tue richieste determinate, ti invidio questo interesse del tuo governo per la causa di tuo figlio e, scusami, ti invidio per aver potuto rivedere tuo figlio, anche se questo incontro è stato tragico. Tu almeno l’hai rivisto ed hai avuto una certezza, hai conosciuto il suo destino" così scrive a Paola Regeni, madre di Giulio, una donna egiziana, madre a sua volta di una ragazzo scomparso in Egitto nel 2013. A riportare la lettere è il Corriere della Sera sul suo sito web.
"Cara Paola Regeni, sono passati mille giorni dal rapimento di mio figlio, Amr Ibrahim Metwalli, che è stato nascosto nelle carceri del potere egiziano. Ho ascoltato le tue parole, mentre chiedevi giustizia nei confronti degli assassini di tuo figlio Giulio in terra d’Egitto – continua la lettera pubblicata dal sito del Corriere – sentivo dentro di me il dolore che portavi addosso, che è simile a quello che io vivo da mille giorni. Io e mille altre madri egiziane vorremmo rivedere i nostri figli, anche se fossero avvolti in un vestito bianco, macchiato del loro stesso sangue, anche se fossero presentati alla procura con il volto tumefatto dalla tortura subita ed anche se li vedessimo condotti all’impiccagione… Ma almeno vorremmo rivederli. Vorremmo vedere che i media del mio Paese parlassero del caso dei nostri figli scomparsi e delle nostre tragedie, invece di rivolgere a noi le accuse di raccontare bugie, accrescendo così le nostre sofferenze. Vorremmo che un procuratore ci desse un po’ di ascolto, come ha fatto la giustizia italiana nel vostro caso, e desse corso alla giustizia anche qui, per riportare alle nostre famiglie un minimo di diritti" continua la madre.
"Signora Regeni – conclude la missiva- io e altre centinaia di mamme egiziane ti diciamo che i nostri cuori sono con te, ti esprimiamo le nostre condoglianze e siamo al tuo fianco, le nostre mani stringono le tue… E’ tutto quello che possiamo fare, ti diciamo che la causa di tuo figlio è la nostra e ti diciamo anche che la causa dei nostri figli è nelle tue mani. La scoperta della verità nella causa di Giulio riporterà a noi i nostri figli e i nostri diritti. E ti diciamo anche che i nostri cuori si calmeranno soltanto quando tu e la tua famiglia otterrete giustizia".
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