I documenti sono in arabo, bisognerà aspettare la traduzione
Ci sono tabulati telefonici e verbali di testimonianze tra i documenti, tutti in lingua araba, consegnati dagli inquirenti egiziani al funzionario dello Sco e all'ufficiale del Ros che si sono recati al Cairo nel fine settimana per fare il punto sulle indagini sull'omicidio di Giulio Regeni. I due investigatori italiani, che hanno seguito l'inchiesta fin dal principio con una permanenza di due mesi in Egitto, incontreranno domani il pm Sergio Colaiocco che indaga sulla vicenda da Roma, per aggiornarlo su quanto uscito dal vertice del Cairo.
Non è escluso che, tra i materiali riportati dall'Egitto, ci siano i tabulati delle otto utenze richieste dai magistrati romani un mese fa e non ancora arrivate. Per avere maggiori dettagli sui verbali consegnati dagli inquirenti egiziani bisognerà attendere che la documentazione venga tradotta in italiano, ma tra i verbali potrebbero esserci le testimonianze legate alla vicenda delle presunta banda di criminali, tutti morti in uno scontro a fuoco, sulla quale un mese fa si erano concentrate le indagini degli egiziani. A tre mesi dalla morte del ricercatore friulano, dall'Egitto non è ancora arrivata una pista credibile sull'omicidio. L'auspicio è che la nuova documentazione spedita a piazzale Clodio possa servire a fare passi in avanti.
Secondo il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, è "di per sè un fatto positivo" la ripresa dei contatti tra inquirenti italiani ed egiziani sul caso, ma prima di esprimere un giudizio definitivo il titolare della Farnesina aspetta "una valutazione della procura" sui materiali arrivati dall'Egitto.
Intanto, la scorsa settimana, sono iniziate le verifiche sui cinque tabulati telefonici spediti a inizio mese dal procuratore generale della Repubblica Araba d'Egitto, Ahmed Nabil Sadeq, tra i quali c'era anche quello del cellulare di Mohamed Abdallah, capo del sindacato degli ambulanti egiziani. Abdallah era una delle persone con le quali Giulio era in contatto per i suoi studi.
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