Così il presidente del Parco dei Nebroidi a LaPresse, dopo l'agguato mafioso a cui è scampato

"Un attentato come quello di cui sono stato vittima dimostra che la mafia è messa alle strette e sta indietreggiando. E' come un pugile che comincia a prendere colpi e sente che sta per cadere dal ring". E' la dichiarazione a LaPresse di Giuseppe Antoci, presidente del Parco dei Nebrodi, nel Messinese, in merito al commando che nella notte tra martedì e mercoledì ha tentato di uccidere lui e gli agenti della sua scorta. "Non accadeva da trent'anni un atto vile di questo genere. Abbiamo messo le mani nelle tasche dei mafiosi, toccandogli i soldi. Gli alti livelli di Cosa Nostra hanno risposto con un attentato ai danni di un uomo dello Stato, svelando come la mafia sia consapevole che sta perdendo terreno", ha aggiunto.
 

NON INDIETREGGIA. "Non solo non indietreggerò di un passo. Ma continuerò e continueremo a revocare i terreni alla mafia perché i fondi dell'Unione Europea devono essere destinati alle persone oneste e ai giovani che ogni giorno lottano amando la nostra terra. Con i fondi europei la mafia investe in droga, quella stessa droga che ammazza i nostri figli, e compra il tritolo per eliminare gli uomini dello Stato", ha sottolineato Antoci, da anni impegnato nel contrasto alla cosiddetta 'mafia dei pascoli' e business dei terreni demaniali. "Non sono solo io come singolo presidente del parco dei Nebrodi a non poter più tornare indietro e a continuare questa lotta: è tutta la cittadinanza che non può perdere la battaglia di eliminare per sempre la mafia – aggiunge Antoci – Siamo una squadra allargata di persone oneste che nemmeno sente gli ammiccamenti dei mafiosi: noi ascoltiamo solo la legalità per il bene della collettività".
 

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