Gianni Letta commenta così l'operazione al San Raffaele interrompendo il suo intervento al Premio Agnes

E' terminato l'intervento l'intervento di sostituzione della valvola aortica a Silvio Berlusconi,  iniziato alle ore 8.00 di questa mattina. A eseguire l'intervento è il professor Ottavio Alfieri, primario dell'U.O. di Cardiochirurgia dell'Irccs Ospedale San Raffaele, con la sua equipe, insieme al professor Alberto Zangrillo, primario dell'U.O. di Anestesia e Rianimazione Generale e di Anestesia e Rianimazione Cardio-toraco-vascolare dell'Irccs Ospedale San Raffaele.

IL FRATELLO PAOLO ALL'OSPEDALE. È arrivato all'ospedale San Raffaele Paolo Berlusconi, fratello dell'ex premier sottoposto questa mattina a un delicato intervento chirurgico. "Nessuna dichiarazione", ha detto ai giornalisti. L'operazione per la sostituzione della valvola aortica con una di tipo biologico è ancora in corso.

Anche alcuni fan si sono recati al San Raffaele per dare sostegno all'ex premier con striscioni e cartelli. 

LETTA: TUTTO BENE. Nel corso del suo intervento alla conferenza stampa del premio Biagio Agnes in Rai il 'fedelissimo' di Silvio Berlusconi, Gianni Letta, ha ricevuto una telefonata che lo ha fatto interrompere il suo discorso. Dopo un brevissimo colloquio telefonico Letta ha sorriso verso i presenti esclamando un "Tutto bene. Ero un po' in ansia, scusate". Il riferimento è all'intervento al cuore al quale è sottoposto oggi l'ex premier Silvio Berlusconi.

L'INTERVENTO SPIEGATO (di Ester Castano) "Il paziente viene intubato, collegato a un macchinario di circolazione extracorporea e il torace aperto", spiega a LaPresse Claudio Francesco Russo, direttore del reparto Cardiochirurgia dell'ospedale Niguarda di Milano. Il leader di Forza Italia da martedì scorso è ricoverato al San Raffaele dove sarà eseguito l'intervento dal primario Ottavio Alfieri. Berlusconi sarà poi trasferito in rianimazione per due giorni, prima di affrontare la degenza lunga un mese. "Il rischio dell'intervento è più basso del rischio della malattia", commenta Russo.

Che tipo di intervento è la sostituzione della valvola aortica?  

E' un intervento invasivo di cardiochirurgia: si fa collegando il paziente alla circolazione extracorporea, ovvero la macchina 'cuore-polmoni' che riproduce la funzione del cuore e dei polmoni. Mentre il sangue del paziente esce e circola nella macchina esterna, il chirurgo ferma il cuore e apre la cassa toracica. A quel punto si toglie la valvola vecchia e si mette la valvola nuova. Dopodiché si richiude il cuore e si fa riprendere la circolazione.

Che cos'è una valvola aortica?  

Il ventricolo sinistro è la parte del cuore che spinge il sangue in periferia, e per farlo viene immesso dentro una grossa arteria che si chiama aorta. Tra il ventricolo sinistro e l'aorta c'è la valvola aortica che permette al sangue di uscire. Quando il cuore finisce di pompare la valvola aortica si contrae per evitare che il sangue rientri. Se questa valvola si rompe e non tiene più, anziché chiudersi il sangue dall'aorta torna dentro al ventricolo, che lavora il doppio e soffre perché è costretto a spingere di nuovo fuori anche il sangue che torna indietro: questo comporta lo scompenso cardiaco ed è il caso di Silvio Berlusconi. L'intervento consiste nel mettere una valvola che si chiuda durante la seconda parte della contrazione cardiaca e non permetta al sangue di tornare dentro. Per fare questo bisogna aprire il cuore.

Cosa si intende per valvola biologica?  

Le valvole artificiali si distinguono in meccaniche e biologiche. Le meccaniche sono di carbonio e metallo, e richiedono la terapia anticoagulante, mentre quella biologica no. Esistono due tipi di valvole biologiche, equivalenti: una di maiale, che viene isolata e impiantata; la seconda di bue. Quest'ultima si ricava piegando un pezzetto di pericardio di bue montato su dei supporti.

Quale rischio comporta l'intervento, e quali le possibili complicanze in un paziente anziano come l'ex premier Berlusconi?  

 In medicina c'è sempre un rischio per qualsiasi anche per le cose più semplici tant'è che gli stessi farmaci sono accompagnati da elenchi di controindicazioni. Nel caso sopra citato il rischio è tanto più alto quanto le condizioni della persona sono compromesse, la sofferenza del cuore e l'età. Per questo si cerca sempre di stabilizzare le condizioni del paziente prima di entrare in sala operatoria. Un giovane ha più possibilità di recupero ma anche per chi è in là con gli anni il rischio dell'operazione è più basso del rischio della malattia. Nel post operatorio i rischi sono dovuti al cuore che potrebbe fare fatica a riprendersi, e in sala operatoria a sanguinamento, emorragie o embolie per la circolazione extracorporea.

Dopo l'intervento si può tornare ad avere la vita di prima?  

Si può riprendere a fare tutto come prima di entrare in sala operatoria: prima dell'operazione c'era la malattia, dopo la fase di degenza la malattia non c'è più. Finito l'intervento il paziente, che durante l'operazione è intubato, va in rianimazione per svegliarsi e riprendere a respirare in maniera autonoma. Solitamente ci vogliono dalle 24 alle 48 ore, ma ognuno fa storia a sé. Dopo un intervento di questo tipo per recuperare in pieno le proprie attività è necessario uno o due mesi di degenza. Generalmente il paziente lascia l'ospedale dopo 7 giorni, a meno che non continui la riabilitazione in ospedale.
 

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