Il rubinetto nella casa di una delle vittime è stato svitato, indagato il marito

Il tubo che portava il gas metano nell'appartamento della famiglia Pellicanò, al terzo piano della palazzina di via Brioschi a Milano esplosa domenica 12 giugno, era stato manomesso. È quanto è emerso dalle indagini, coordinate dal procuratore aggiunto Nunzia Gatto e dal pm Elio Ramondini, che hanno indagato Giuseppe Pellicanò, 51 anni, per strage. La fuga di gas, da quanto è emerso dalle indagini, è iniziata nella notte tra sabato 11 e domenica 12 giugno. Il tubo che collegava la cucina dei Pellicanò all'impianto, infatti, era svitato e dal rubinetto a muro il metano era libero di uscire e invadere l'appartamento. In poche ore la casa della famiglia Pellicanò si è saturata: accertamenti tecnici rilevati nei giorni scontri sui contatori hanno mostrato come l'erogazione di metano quella notte nella casa fosse pari a 6 metri cubi per ora. Per riempire completamente l'appartamento al terzo piano della palazzina di via Brioschi, da quanto si è saputo, sarebbe bastato un flusso di 1 metro cubo per ora.

Nel frattempo, lunedì la Procura nominerà l'esperto che avrà l'incarico di eseguire accertamenti irripetibili, trai quali rilevare eventuali impronte digitali ancora non individuate nell'appartamento della famiglia. Pellicanò, in qualità di indagato, e le parti lese potranno dunque nominare i lori consulenti per partecipare agli accertamenti.

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