La banda cercava di trasferire le persone nel Nord dell'Europa

 Nelle prime ore della mattinata di ieri, la polizia ha dato esecuzione a 13 ordinanze di custodia cautelare in carcere, richieste dal sostituto procuratore della Dda di Milano Cerreti ed emesse dal gip Teresa De Pascale nei confronti di altrettante persone tutte accusati di associazione per delinquere, finalizzata allo sfruttamento dell'immigrazione clandestina. La banda, composta interamente da stranieri, trasportava clandestini attraverso il territorio nazionale verso paesi del Nord Europa. Il gruppo operava tra Monza e Milano, Brescia e Venezia. Dei 13 destinatari di misura cautelare in carcere solo 3 sono stati individuati in Italia. I poliziotti hanno anche eseguito un sequestro preventivo di due veicoli che venivano utilizzati per compiere i viaggi.

L'operazione di polizia denominata 'Transitus', condotta dagli agenti del commissariato di Monza, ha permesso di ricostruire l'attività di una organizzazione criminale, verticistica e piramidale, i cui componenti (6 egiziani, 3 albanesi, 2 rumeni, 1 siriano ed 1 brasiliana, tutti regolari sul territorio nazionale e di età compresa tra i 26 e di 45 anni) svolgevano l'attività di veri e propri 'scafisti di terra'. L'indagine è iniziata nel 2014 ed era inizialmente si competenza della Procura  di Monza e poi è stata trasmessa alla Dda di Milano. L'inchiesta ha preso il via dalle dichiarazioni rese ai poliziotti del commissariato di Monza, da un cittadino egiziano avvicinato dal gruppo criminale, che aveva tentato di assoldarlo come autista per i trasporti all'estero dei clandestini.

Il capo dell'organizzazione, un 36enne cittadino egiziano che, per il tramite di un complice in Sicilia, era in contatto direttamente con gli scafisti in partenza dalle coste africane, una volta avvertito da questi che i profughi erano in partenza per l'Italia, attivava immediatamente il gruppo. Inviava i 'procacciatori' alla Stazione Centrale di Milano, dove all'epoca era allestito un punto di accoglienza per i profughi nei mezzanini della stazione, con il compito di contrattare con loro il 'trasporto' verso il nord Europa. I cittadini dell'est Europa svolgevano poi le mansioni di 'autisti'. L'attività di indagine dei poliziotti monzesi ha permesso di raccogliere fonti di prova in ordine a ben 20 viaggi effettuati in un solo mese, per un totale di circa 100 clandestini trasportati in nord Europa e circa 70 mila euro di profitto per il sodalizio criminale.
 

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