Papa: Dov’è Dio tra fame e terrorismo? Nei profughi

Dov'è Dio? Dov'è Dio, se nel mondo c'è il male, se ci sono uomini affamati, assetati, senzatetto, profughi, rifugiati? Dov'è Dio, quando persone innocenti muoiono a causa della violenza, del terrorismo, delle guerre? Dov'è Dio, quando malattie spietate rompono legami di vita e di affetto? O quando i bambini vengono sfruttati, umiliati, e anch'essi soffrono a causa di gravi patologie? Dov'è Dio, di fronte all'inquietudine dei dubbiosi e degli afflitti nell'anima? Esistono domande per le quali non ci sono risposte umane. Possiamo solo guardare a Gesù, e domandare a Lui. E la risposta di Gesù è questa: 'Dio è in loro', soffre in loro, profondamente identificato con ciascuno. Egli è così unito ad essi, quasi da formare un solo corpo". Così Papa Francesco in apertura del discorso al termine della Via Crucis con i giovani della Gmg di Cracovia dopo esser stato in mattina ad Auschwitz.

CARCERATI COME ANIMALI.  "Questa mattina sono andato ad Auschwitz e Birkenau a ricordare i dolori di 70 anni fa. Quanto dolore, quanta crudeltà. Ma è possibile che noi uomini creati a somiglianza di Dio siamo capaci di fare queste cose? Non vorrei amareggiarvi ma devo dire la verità: la crudeltà non è finita ad Auschwitz e Birkenau. Anche oggi. Oggi si tortura la gente, tanti prigionieri sono torturati, subito, per farli parlare. E' terribile. Tanti carcerati sono ammucchiati come animali" ha detto il Pontefice.

"Oggi – ha aggiunto – in tanti posti del mondo dove c'è la guerra succede lo stesso che succedeva ad Auschwitz. Gesù ha portato questa realtà sulle sue spalle. Preghiamo per tutti i Gesù che ci sono nel mondo, affamati, assetati, dubbiosi, ammalati. Per quelli che sono da soli, quelli che sentono il peso di tanti dubbi e tante colpe soffrono tanto. Preghiamo per tanti ammalati bambini innocenti, che portano la croce da bambini e preghiamo per tanti uomini e donne che oggi sono torturati in tanti paesi del mondo". 

 

ACCOGLIENZA. "Nell'accoglienza dell'emarginato che è ferito nel corpo, e nell'accoglienza del peccatore che è ferito nell'anima, si gioca la nostra credibilità come cristiani" ha detto il Papa, ripetendolo due volte, nel discorso ai ragazzi della Gmg di Cracovia al termine della Via Crucis nella spianata di Blonia. "Se uno che si dice cristiano non vive per servire – ha spiegato – non serve per vivere. Con la sua vita rinnega Gesù Cristo". "Oggi l'umanità ha bisogno di uomini e di donne, e in modo particolare di giovani come voi – ha affermato il Papa – che non vogliono vivere la propria vita 'a metà', giovani pronti a spendere la vita nel servizio gratuito ai fratelli più poveri e più deboli, a imitazione di Cristo, che ha donato tutto sé stesso per la nostra salvezza. Di fronte al male, alla sofferenza, al peccato, l'unica risposta possibile per il discepolo di Gesù è il dono di sé, anche della vita, a imitazione di Cristo; è l'atteggiamento del servizio".

 

ABBRACCIO AI FRATELLI SIRIANI. "Gesù abbraccia i nostri fratelli siriani fuggiti dalla guerra, li salutiamo e li accogliamo con affetto e simpatia". Lo ha detto, a braccio, Papa Francesco nel discorso ai giovani della Gmg dopo la via crucis di Cracovia. Un gruppo di siariani ha portato la croce alla prima stazione accompagnato dalla comunità di Sant'Egidio.