I due giorni di incontri tra magistrati italiani ed egiziani che si aprono domani a Roma sul caso Regeni saranno decisivi per il futuro dell'indagine sull'omicidio del ricercatore friulano. Domani il procuratore generale, Nabil Ahmed Sadek, e il team di quattro magistrati egiziani che si occupa del caso incontreranno il procuratore capo di Roma Giuseppe Pignatone e il pm Sergio Colaiocco che coordinano l'inchiesta sulla morte di Giulio.
Le riunioni, per motivi organizzativi e di sicurezza, si terranno alla Scuola di polizia di via Guido Reni, nella struttura dove si tenne il precedente incontro tra autorità giudiziarie, esattamente 5 mesi fa. Proprio da quell'incontro, che fu fallimentare tanto da spingere la Farnesina a richiamare l'ambasciatore in Egitto, si ripartirà domani.
Sono previste tre sessioni di lavoro, tra giovedì pomeriggio e venerdì: fondamentale sarà lo scambio di atti legato alle richieste arrivate tramite rogatoria che ancora non hanno avuto risposta, a cominciare dai dati sulle celle telefoniche. Il tema era stato motivo di rottura nel precedente incontro, e anche nelle settimane successive alla riunione, dal Cairo si era sottolineata l'impossibilità, per 'motivi di sicurezza', di fornire i dati chiesti da Roma e ritenuti indispensabili alle indagini.
Nella due giorni ci sarà anche uno scambio di punti di vista sullo stato delle indagini e prospettive sul prosieguo.
Sul fronte degli atti, intanto, qualche novità potrebbe arrivare dalle carte spedite a Roma dall'Università di Cambridge. La documentazione è arrivata alla procura di Roma a seguito della rogatoria partita dopo la trasferta, del 6 giugno scorso, del pm Sergio Colaiocco che indaga sul caso. Si tratta di un ampia documentazione sull'attività svolta dal ricercatore friulano presso l'università inglese. Una seconda tranche di materiali arriverà nei prossimi giorni dal College di Girton, altra struttura dell'università britannica nella quale studiava Giulio.