"I dati sull'edilizia scolastica aggiornati dalla Presidenza del Consiglio parlano di numeri impressionanti: in Italia ci sono circa 28.000 scuole ricadenti in aree sismicamente attive, ad alto o elevatissimo rischio sismico, alle quali se ne sommano altre 7.000 ricadenti in aree ad elevato rischio idrogeologico. Un problema tutto geologico, che meriterebbe maggiore attenzione e un approccio culturale completamente diverso". Lo scrivono Francesco Peduto, presidente del Consiglio nazionale dei geologi e Domenico Angelone, delegato ai rapporti con il Miur, in una lettera aperta al ministro Giannini, in seguito al terremoto di agosto ed in concomitanza con l'apertura dell'anno scolastico e nella quale ricordano che il 60 per cento del patrimonio edilizio scolastico è stato costruito prima del 1974 , anno di entrata in vigore delle prime norme antisismiche. Nella missiva si sottolinea che "quella del 2009, con l'entrata in vigore delle NTC (DM 14/01/2008), è stata davvero una rivoluzione sotto il punto di vista sia qualitativo che quantitativo rispetto al modo di progettare in maniera antisismica" ma "la conoscenza geologica del sottosuolo, tuttavia, non sempre è stata posta alla base di ogni intervento puntuale di edificazione o di pianificazione urbana, con conseguente deficit cognitivo che in taluni casi ha determinato eventi drammatici improvvisi ed imprevisti, come il recente crollo a Napoli di un'ala della facoltà di veterinaria, a causa della presenza di una cavità".
"E' sicuramente degna di apprezzamento l'azione che il Governo ha posto in essere con le iniziative di #scuolasicura, mediante un impegno economico finalizzato proprio alla messa in sicurezza del patrimonio edilizio scolastico. Ma tutto ciò, Onorevole Ministro, non basta – prosegue la lettera -. L'istituzione di un Osservatorio per l'Edilizia Scolastica, previsto dall'art. 6 della Legge n.23 del 1996, rilanciato con forza lo scorso 8 gennaio, non contempla, ad oggi, la rappresentanza del mondo geologico, soggetto professionale determinante nella pianificazione e nella gestione delle situazioni di rischio, sia di tipo sismico che idrogeologico (frane, alluvioni), nonché di tipo ambientale. Lo stato di conservazione degli edifici, lo stato dei solai (DM 7 agosto 2015 n. 594) ed ogni altra azione volta a rafforzare la sicurezza degli edifici scolastici, manca di un substrato di conoscenza legato alla natura del sottosuolo e delle possibili amplificazioni locali dell'onda sismica, oltre che di tutti gli altri rischi geologici come presenza di frane sovraincombenti, di sabbie nel sottosuolo che espongono il sito al fenomeno della liquefazione, di cavità naturali, etc.
Al fine di dare un senso compiuto al prezzo che il Paese ha pagato negli eventi di San Giuliano di Puglia e della Casa dello Studente dell'Aquila, la svolta consiste nel creare sinergia tra le varie componenti del mondo tecnico e politico affinché queste cose non accadano più; anche nel recente terremoto ancora una volta le scuole sono rimaste danneggiate o addirittura sono parzialmente crollate come nel caso di Amatrice, in alcuni casi proprio per problemi di amplificazioni sismiche locali connesse alla natura puntuale del sottosuolo". Infine si lamenta la mancanza nelle scuole dell'insegnamento delle Scienze Geologiche e la chiusura della stragrande maggioranza dei Dipartimenti di Geologia e Scienze della Terra, che "da circa 30 oggi sopravvivono solo in 8".