Stoccata del presidente Anac durante 'Arte contro la corruzione'
"La corruzione è un mostro tentacolare e fa danni, molti dei quali invisibili. Non credo si possa insegnare la legalità nelle scuole, meglio parlare di regole. Gomorra? E' stato usato un brand per fare fiction, ma quella non è Napoli". Sentenzia così, dal Teatro Franco Parenti di Milano, il presidente dell'Anac Raffaele Cantone. Il magistrato, senza risparmiare una stoccata alla serie televisiva che porta il nome del celebre romanzo di Roberto Saviano, ha partecipato ieri all'incontro 'Arte contro la corruzione', progetto lanciato per l'autunno da Casa Testori, hub culturale presieduto da Carlo Maria Pinardi. Tre incontri con alcune delle personalità più di rilievo del diritto e dell'antimafia italiana. Ospiti dei prossimi due incontri saranno, sempre di mercoledì alle 19, il 17 ottobre il procuratore di Milano Francesco Greco assieme a don Luigi Ciotti, presidente dell'associazione Libera – Nomi e numeri contro le mafie, e il 21 novembre Franco Roberti, procuratore nazionale antimafia. Lunedì 19 settembre ad interloquire con Cantone, nella sala dei Bagni Mistoriosi, ex Piscine Caimi, dedicata per l'occasione al drammaturgo Testori, sono stati l'artista Michelangelo Pistoletto, il comico Enrico Bertolino e Sebastiano Barisoni, vicedirettore esecutivo Radio24, nei panni di moderatore.
"Per dare speranza bisogna mettere la spazzatura sotto i tappeto. Abbiamo un gene della corruzione? A volte sembra essere così, ma generalizzare è grave tanto quanto essere corrotti e corrompere – ha affermato Cantone – Quando andiamo in giro per il mondo ci dicono che siamo il Paese più corrotto del mondo, e 'all'italiana' è sinonimo di corrotto. Ma all'estero non possono darci tante lezioni: tutte le grandi operazioni di riciclaggio passano dalla Borsa di Londra. E Falcone e Borsellino non sono nati a Düsseldorf, ma nel centro di Palermo". Nei Paesi in cui il tasso di corruzione è basso, spiega il presidente dell'anticorruzione, "c'è un senso civile molto alto. Noi abbiamo una delle leggi sulla trasparenza migliori al mondo, persino del Nord Europa. Ma la difficoltà sta nell'applicarle".
Cantone parla anche di gioco d'azzardo, "che fa guadagnare allo Stato 8 miliardi di euro: quasi una piccola finanziaria. Un esempio sono le casette de L'Aquila post terremoto: per finanziarle era stato legalizzato il poker d'azzardo". Il magistrato punta il dito contro le slot machines: "Ogni mattina vediamo nei bar donne e uomini, soprattutto anziani, che giocano non cinque euro ma somme che tali da indebitarsi. E i grandi introiti li fanno i soggetti peggiori, poco va alle casse dello Stato, che però in qualche caso è anche entrato in contatto con soggetti criminali".
E' un "mostro tentacolare", l'allegoria della corruzione per Cantone. "Con tutti quei tentacoli che ha – illustra il magistrato – fa danni, molti dei quali invisibili. Ad esempio studi sottolineano che c'è la corruzione non c'è ricerca. Se vinco un appalto con la corruzione faccio un danno alla pubblica amministrazione e ai miei concorrenti. Sembrano poche le vittime, ma non è così – ha detto Cantone interloquendo con gli altri ospiti della serata – Qualcuno, un ministro, pensava che bisognasse trovare un modo per convivere con la corruzione. E qualcun altro sostiene che la corruzione crea ricchezza. Ma in realtà la corruzione allontana i cervelli migliori, gli investimenti internazionali e non consente di fare ricerca". Quando al portare il tema sui banchi di scuola, il presidente dell'anticorruzione si dice "scettico". E ha affermato: "Non credo si possa insegnare la legalità nelle scuole, certe cose più che essere insegnate le si vivono". Per Cantone il termine 'legalità', citando don Ciotti, è una parola "abusata.
Meglio sostituirla con 'responsabilità'. Si può infatti insegnare il rispetto delle regole. Del resto le organizzazioni criminali nascono nei luoghi di maggior degrado". E alcune volte, i danni, sono la televisione e il cinema a farli: "Far passare il messaggio che Gomorra sia Napoli è rischioso e non corretto: non è l'immagine vera, è fiction. Inizialmente Gomorra – conclude Cantone – aveva rappresentato per Napoli il contrasto alla mafia. Poi è diventato un brand. E usare quel brand per fare fiction è negativo".
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