Referendum, Alfano apre al rinvio della data. Renzi frena

Il ministro ha ventilato l'ipotesi in seguito all'emergenza terremoto. Brunetta, Lega e M5S respingono la proposta

Il ministro Angelino Alfano ventila l'ipotesi di uno spostamento della data del referendum in seguito all'emergenza terremoto, ma le opposizioni non raccolgono la proposta e Palazzo Chigi frena.

L'APPELLO DI ALFANO "Non c'è nessuna richiesta di rinvio della data del referendum elettorale, ma è chiaro che sul piano della polemica pubblica è una fatica parlare oggi del referendum. Non è facile parlare delle ragioni del Sì e del No quando ci sono migliaia di sfollati". Così Alfano, intervistato da Rtl, parlando dell'ipotesi di rinviare la data del referendum costituzionale.

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Il ministro parlando della possibilità di rinviare la data del voto ha sottolineato: "Qualora una parte dell'opposizione chiedesse lo spostamento del referendum, mi unirei alla richiesta. Lo dico a livello personale come capo del mio movimento e credo che una richiesta di questo tipo non potrà non essere presa in considerazione".  A proposito delle popolazioni sfollate dopo il terremoto nel centro Italia, Alfano ha detto: "Ci siamo dati l'obiettivo dei container entro Natale, e stiamo accelerando tutte le procedure affinché si arrivi pronti alla festività, ma cercheremo di fare anche prima, se possibile".

BRUNETTA CONTRARIO. "In merito all'assurda ipotesi su un fantomatico rinvio del referendum confermativo, già fissato per il prossimo 4 dicembre – ipotesi che questa mattina il ministro Alfano ha subdolamente cavalcato, gettando la palla nel campo delle opposizioni -, la posizione di Forza Italia è chiara e cristallina: rinviare la consultazione costituzionale sarebbe da folli e irresponsabili. Non siamo disponibili a prendere in considerazione ipotesi che vanno annoverate sotto la voce fantapolitica". Lo scrive in una nota Renato Brunetta, presidente dei deputati di Forza Italia.

FRENTA DA PALAZZO CHIGI. Fonti di Palazzo Chigi smentiscono categoricamente l'ipotesi del rinvio del referendum, così come emerge dai riflessi di stampa. Ne è dimostrazione, sottolineano le stesse fonti, l'agenda di Renzi che domani sera alle 21 sarà a una manifestazione di campagna elettorale a Padova.  "L'ipotesi del rinvio al referendum non esiste, punto. Il ministro Alfano l'ha messa in tono dubitativo. Non perdiamo tempo. Trovo che questo dibattito sia surreale"Così il presidente del Consiglio Matteo Renzi a Radio24. "Il referendum – ha aggiunto – sarà il 4 dicembre". E ha aggiunto:  "Se vincono i No l'Italia perde un'occasione, se vincono i Sì entra nel futuro. Del mio futuro non parlo altrimenti poi dicono che personalizzo. Il mio destino personale vale molto meno della riforma costituzionale"

LEGA RESPINGE. "L'ipotesi di rinviare la data del referendum è inaccettabile e irrealizzabile. Dopo aver traccheggiato per troppo tempo e aver ipotizzato 1000 date, Renzi ha scelto il 4 dicembre. E' vergognoso che ora l'esecutivo strumentalizzi e sfrutti in maniera opportunistica la tragedia del terremoto per cercare di rinviare la data del voto. O Alfano è un folle o vuole giocare con i drammi del paese. Invece di proporre ipotetiche soluzioni di rinvio, il governo pensasse a trovare fondi e soluzioni concrete per le migliaia di cittadini colpiti dal sisma".  Lo dichiara Massimiliano Fedriga, capogruppo alla Camera della Lega Nord.

COMITATO NO: RINVIO INAMISSIBILE. "E' inammissibile il rinvio della data del referendum perché l'indizione non è un atto amministrativo. Con chi se la prendono, con il Presidente della Repubblica?". Così il presidente del Comitato per il No al referendum Alessandro Pace.

ATTACCANO I 5 STELLE. Duri anche i parlamentari grillini che chiedono al governo di non "strumentalizzare le vittime del sisma" per "loschi fini politici e ad usarli come scusa per rimandare una votazione che vede Renzi perdente". "Fino a che i cittadini non si piegano al Sì voluto da Renzi, Jp Morgan e i poteri forti – si legge nella nota dei parlamentari M5S della Commissione Affari Costituzionali di Camera e Senato – il voto democratico va rinviato. Evidentemente i sondaggi, che danno avanti il No, fanno paura al Governo. Gli italiani, infatti, a quali la riforma toglie il diritto di voto per l'elezione del Senato, sono sempre più convinti dell'impianto totalmente fallimentare di questa riforma e di come le priorità del Paese siano il reddito di cittadinanza, la lotta alla corruzione, gli aiuti alle piccole – medie imprese".