L'emittente ha preso le distanze, ma il religioso conferma la sua posizione
Il terremoto del Centro Italia sarebbe un "castigo divino" per le "offese alla famiglia e alla dignità del matrimonio", in altre parole per le "unioni civili". La frase arriva dai microfoni di Radio Maria ed è stata diffusa il 30 ottobre, a dodici ore dal nuovo sciame sismico. La Radio specifica sul sito che le espressioni riportate sarebbero state pronunciate a titolo personale da Padre Cavalcoli, "conduttore esterno", e non rispecchierebbero "assolutamente", assicurano, il pensiero della redazione. Però il padre non si scusa per nulla. Anzi, intervistato da La Zanzara su Radio24, incalza: "Confermo tutto, i terremoti sono provocati da peccati dell'uomo come le unioni civili".
Il sito dell'Espresso ha pubblicato la registrazione del commento che ha scatenato le polemiche, in cui si spiega che "Dal punto di vista teologico questi disastri sono una conseguenza del peccato originale, sono il castigo del peccato originale, anche se la parola non piace. Arrivo al dunque, castigo divino. Queste offese alla famiglia e alla dignità del matrimonio, le stesse unioni civili. Chiamiamolo castigo divino".
La testata ha attribuito queste parole al direttore della radio, padre Livio Fanzaga, scatenando un'ondata di polemiche e indignazioni. Poche ore dopo, la redazione dell'emittente cattolica, sul suo sito, ha smentito "categoricamente" che quelle parole fossero state pronunciate dal proprio direttore. "Il 30 ottobre – si legge – padre Livio non aveva nessuna diretta".
Dalla Santa Sede non è ancora arrivata nessuna nota ufficiale a commento della vicenda, anche se il padre suggerisce al Vaticano di "ripassare il catechismo".
Su Radio 1, a un giorno da Pecora, è intervenuta anche Monica Cirinnà, prima firmataria della legge sulle unioni civili, chiedendo l'intervento dell'ordine dei giornalisti. "Non so a quale religione lui appartenga – ha detto – ma credo che Dio sia contento se le persone sono buone e si amano. Siano esse un uomo e una donna o due persone dello stesso sesso".
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