Il capo del personale del Campidoglio chiedeva una mano per placare le critiche contro di lui sul Messaggero
"Sono a disposizione, diglielo che sono totalmente a disposizione, lui lo sa". Così Raffaele Marra parlava nel giugno scorso con la segretaria di Sergio Scarpellini e proprio da quella intercettazione è partita l'indagine che ha portato in carcere per corruzione il capo del personale del Campidoglio e l'imprenditore. Secondo quanto contenuto nell'ordinanza di custodia cautelare, Marra chiedeva all'imprenditore di intercedere su Francesco Gaetano Caltagirone, editore del Messaggero, per gli articoli di approfondimento che il quotidiano romano stava pubblicando nel periodo in cui diverse critiche arrivavano, da varie testate, sulla sua nomina. "Se si può intervenire con Gaetano Calta", dice Marra, "per farmi dare una mano sui giornali. Io sto a disposizione. Diglielo che io sto a disposizione". Secondo gli inquirenti Marra si diceva 'a disposizione' proprio in virtù del suo ruolo forte nell'amministrazione di Virginia Raggi.
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