Uno è stato tra i primi ad essere salvati, l'altro ha passato più di 48 ore sotto la neve: il racconto di chi ce l'ha fatta

Giampiero e Vincenzo, i fortunati. Quelli usciti vivi dall'inferno di Rigopiano, quelli che possono riabbracciare le loro donne. Il 38enne Giampiero Parete, tra i primi ad essersi salvati perché si era rifugiato in macchina, ha avuto un destino simile a quello di Vincenzo Forti, 25enne. Le loro compagne, Adriana e Giorgia, sono uscite entrambe vive dalle macerie sommerse di neve.

Giampiero, cuoco che era in vacanza con moglie e figli, ha dovuto vivere ore interminabili, nell'attesa – coronata dal lieto fine – di rivedere tutti i componenti della sua famiglia ancora vivi. Vincenzo invece è rimasto sotto la valanga bianca, accanto alla sua fidanzata, di tre anni più giovane di lui. Hanno vissuto più di 48 ore in un ambiente angusto e freddo. Hanno mangiato ghiaccio, anche sporco, perché "era l'unica cosa che potevano mettere in bocca", racconta chi ha potuto vederli, ricoverati in ospedale.

Forti, lavora alla pizzeria Peter Pan di Giulianova, sulla costa nord dell'Abruzzo. Ama il mare e la pesca, tanto che il suo primo desiderio per una normalità lontana dall'inferno di neve è proprio "tornare in barca, e andare a pesca". Per il momento, però, si dovrà accontentare di un portafortuna portatogli da un amico: un pesce gonfiabile, che Vincenzo ha appeso vicino al suo letto, accanto a quello di Giorgia.

L'amico di Vincenzo è Luigi Valiante, che lo ha visitato all'ospedale civile di Pescara, dove si trovano tutti e nove i superstiti. Valiante è presidente di una storica associazione di pesca, la Big Fisherman di Giulianova: Vincenzo condivide con lui la passione per il mare. "Gli ho dato uno schiaffo subito appena entrato, poi però gli ho dato un abbraccio perché c'era Giorgia accanto", racconta in ospedale.

Nello stesso nosocomio, ma al reparto di pediatria, si trovano i figli di Giampiero Parete. Stanno bene e potrebbero essere dimessi già domani in tarda mattinata, come gli altri due minori salvati nel pomeriggio di venerdì. Quando usciranno, assieme alla madre Adriana, il loro papà ha deciso di parlare. Lui intanto si dice "felice", come aveva già detto su Facebook nelle ore passate. A tirare fuori da quell'incubo la primogenita Ludovica è stato Emanuele Cherubini, dirigente medico dell'elisoccorso dell'ospedale di Pescara: "E' stato davvero toccante. Ricordo che lei mi ha chiesto subito dell'acqua", racconta poco fuori l'ospedale. La bimba, insomma ha mostrato la tempra tipica degli abruzzesi, che, come dice lo stesso Cherubini, "si piegano solo per raccogliere la genziana".

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