Secondo Repubblica, l'ex fedelissimo avrebbe prove che la sindaca sapeva

Raffaele Marra, il dirigente del Comune di Roma (ex) fedelissimo di Virginia Raggi arrestato con l'accusa corruzione, sarebbe pronto a parlare sul caso nomine e sulle manovre del M5S in Campidoglio. Lo rivela la Repubblica, che spiega che presto l'ex capo del personale sarà sentito dai pm dopo che Raggi, nelle sue otto ore di interrogatorio, lo ha scaricato "sostenendo di essere stata tradita nella fiducia, indotta al falso, mentre lui abusava in solitudine del potere di orientare la nomina del fratello, Renato Marra, garantendogli quel vantaggio patrimoniale (20mila euro di aumento di stipendio annuo) di cui lei sarebbe stata ignara". La circostanza è infatti dirimente per poter configurare o meno il reato di abuso di ufficio. Il tenore e la frequenza delle comunicazioni tra Raggi e Romeo nel periodo della richiesta di manifestazione di interesse per la procedura di selezione e rotazione dei dirigenti capitolini, che portò alla promozione di Renato Marra, dimostrerebbero documentalmente, secondo Repubblica, che Raggi non solo sapeva delle mosse di Raffaele sul conto del fratello Renato, ma che queste mosse erano "condivise". Marra sarebbe pronto a documentare le ripetute riunioni a cui partecipò per la definizione di quelle nomine, il ruolo della Raggi e di quanti ne furono spettatori e il manuale Cencelli e le liste di proscrizione usato dai Cinque Stelle in Campidoglio.

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