A seguito di ripetute violazioni del segreto istruttorio riguardanti l'inchiesta Consip, la Procura di Roma, secondo quanto si è appreso, ha avviato una serie di procedimenti, per il momento contro ignoti. Nel mirino degli inquirenti, quei pubblici ufficiali che hanno avuto a che fare con l'inchiesta e che dovessero risultare responsabili della fuga di notizie. Proprio ieri la Procura ha revocato ai carabinieri del Noe la delega per ulteriori indagini.
Ieri, dal carcere di Regina Coeli, Alfredo Romeo, l'imprenditore arrestato mercoledì scorso con l'accusa di corruzione, aveva fatto sapere la sua verità. "Non è vero nulla, sono vittima di una strumentalizzazione che mi sembra solo la conseguenza di un'aspra contesa di natura politica", si era sfogato coni suoi legali.
Le procure di Roma e Napoli, titolari dei fascicoli, stanno scandagliando documenti, verbali di intercettazioni e altro materiale raccolto sugli appalti della centrale acquisti della pubblica amministrazione. Venerdì, in due interrogatori in contemporanea a Roma e Firenze, sono stati sentiti rispettivamente Tiziano Renzi e il suo amico Carlo Russo, entrambi indagati per traffico di influenze. Russo si è avvalso della facoltà di non rispondere, mentre il padre dell'ex premier davanti ai magistrati di Roma, Paolo Ielo, e di Napoli, Celeste Carrano, si è detto vittima di un "abuso di cognome" messo in piedi dall'amico Russo che avrebbe parlato di lui con i vertici Consip per favorire le società di Romeo. Questa in sintesi la linea difensiva per come è stata ricostruita dal suo legale, Federico Bagattini al termine dell'interrogatorio che si è tenuto a piazzale Clodio. Renzi ha negato durante l'atto istruttorio, durato quasi quattro ore, tutte le accuse e detto ai pm di non aver mai conosciuto Alfredo Romeo, non aver mai preso soldi da lui né da altri e di non essersi mai recato in Consip.
La prossima settimana potrebbe essere sentito, come persona informata sui fatti, Michele Emiliano, ma sulla data fissata per l'audizione con i magistrati romani c'è il massimo riserbo. Il presidente della Regione Puglia parlerà con i pm di alcuni sms che scambiò con il ministro Luca Lotti, indagato per rivelazione di segreto, nei quali si sarebbe fatto riferimento a Carlo Russo, imprenditore amico di Tiziano Renzi e ritenuto da chi indaga punto di contatto tra Alfredo Romeo e il padre dell'ex premier.
Non è escluso che nei prossimi giorni i magistrati decidano di interrogare anche l'ex parlamentare Italo Bocchino, consulente di Romeo e indagato, come Russo e Renzi senior, per traffico di influenze, il reato che punisce forme di lobbying illecite dietro compenso o promessa di utilità.