Il commento di monsignor Oliva: "Qui abbiamo bisogno di lavoro onesto, non vogliamo quello portato dalla mafia"

Nelle scritte comparse oggi sul Vescovado di Locri "si chiede lavoro, e questo è un problema fondamentale in queste terre. Ma qui serve lavoro onesto, che non tolga la dignità e non nasca dalla sottomissione. Qui non vogliamo il lavoro portato dalla mafia". Queste le parole del vescovo di Locri, monsignor Francesco Oliva, raggiunto al telefono da LaPresse. Nella notte le scritte 'più lavoro, meno sbirri' e 'don Ciotti sbirro' sono state tracciate sulle pareti esterne dell'edificio che in questi giorni ospita don Luigi Ciotti, presidente di Libera, intervenuto per la Giornata della Memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie.

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NON ABBASSARE ATTENZIONE. "Don Ciotti sta facendo un lavoro eccezionale di educazione, un lavoro molto importante – ha aggiunto Monsignor Oliva – Non dobbiamo abbassare l'attenzione sulla 'ndrangheta, continuiamo a denunciare il fatto che la criminalità crea solo lavoro nero e disonesto. I caporali tolgono la dignità e calpestano i diritti degli operai. Il lavoro della mafia non ci serve". Monsignor Oliva ha chiarito: "Quello che vogliamo è un lavoro degno, che rispetti i diritti degli operai, non il lavoro per il quale si ricorre al capo pastore o al capo cantoniere o al boss di turno", ha chiarito l'agenzia dei vescovi italiani. Il vescovo di Locri ha richiamato l'attenzione su "i segnali che sono partiti dalla nostra diocesi attraverso il lavoro delle cooperative".

GENTILONI ESPRIME SOLIDARIETA'.  Il Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni ha espresso in una telefonata solidarietà e vicinanza a don Ciotti per le intimidazioni subite.
 

 

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