Incoraggia l'impegno di chi "pur nell'insicurezza e nel disagio si sforza di far giungere aiuto agli abitanti di quella regione"
La strage di bambini in Siria è "inaccettabile". Papa Francesco è costretto a lanciare un ennesimo appello alle "coscienze di quanti hanno responsabilità politiche, a livello locale e internazionale" perché cessi questa tragedia alla quale assistiamo "inorriditi". E, al termine dell'udienza generale del mercoledì, incoraggia l'impegno di chi "pur nell'insicurezza e nel disagio si sforza di far giungere aiuto agli abitanti di quella regione".
Intanto, intervenendo a Bruxelles alla conferenza 'Sostenere il futuro della Siria e della regione', il 'ministro degli Esteri' vaticano, monsignor Paul Richard Gallagher, assicura che nel prossimo anno la Chiesa cattolica "manterrà il suo impegno a proseguire la sua assistenza umanitaria".
La Santa Sede e la Chiesa cattolica, attraverso la sua rete di enti caritativi, hanno contribuito a fornire 200 milioni di dollari americani per l'assistenza umanitaria a diretto beneficio di oltre 4,6 milioni di persone in Siria e nella regione. Nel distribuire aiuti, afferma Gallagher, "le agenzie e le entità cattoliche non fanno distinzioni riguardo all'identità religiosa o etnica di chi ha bisogno di aiuto e cercano sempre di dare priorità alle persone più vulnerabili e più bisognose". A gennaio scorso è stato aperto un centro Caritas nell'area musulmana della parte est di Aleppo e nella regione è attivo il progetto 'Ospedali aperti', che cerca di aprire gli ospedali cattolici ad Aleppo e a Damasco e di renderli pienamente operativi per i bisogni delle popolazioni locali, specialmente i poveri e i meno avvantaggiati.
"È difficile pensare a una soluzione – afferma il nunzio in Siria, cardinale Mario Zenari -. Tutti speriamo e preghiamo per questo. Ma che ci sia almeno una svolta, un cambio di direzione. La direzione fino ad oggi è andata in giù, verso il basso, il profondo dell'inferno. È urgente vedere un percorso di risalita, ma fatti come quelli di ieri, purtroppo, non ci danno nessuna idea di un cambio sostanziale visibile di svolta". Per il cardinal Zenari la chiave di una soluzione anche umanitaria è "quella politica": "Prima di arrivare alla chiave politica il primo passo è quello di far cessare le armi. Almeno arrivare al cessate-il-fuoco per poi lavorare a piene mani alla soluzione politica. Sarà lunga, ma almeno bisogna cominciare a fermare la violenza. Così sarà un po' più fattibile la distribuzione di aiuti umanitari. In tutte le parti del Paese". La comunità internazionale – sostiene il nunzio – ha i mezzi per accertare le responsabilità e vedere la verità dei fatti. Essa deve metterli in atto per fermare questa violenza. I responsabili vanno trovati perché ne rendano conto". Qualche effetto positivo sulla crisi siriana potrebbe averlo, afferma il cardinale, la prossima visita di Papa Francesco in Egitto: "Il proseguimento del dialogo interreligioso potrà dare un grande apporto. Se le tre grandi religioni monoteiste lavorano insieme questo non potrà che far bene per la pace e riverserà su questi Paesi effetti benefici. Il dialogo tra le fedi qui è la chiave della riconciliazione e della pace".
I GESTI PER LA SIRIA. La Siria è al centro del pontificato di Francesco sin dall'inizio. Il Papa si impegna a ospitare ormai da tempo diverse famiglie di sfollati siriani (tre di queste tornarono con lui nell'aereo di rientro dal campo profughi di Lesbo, in Grecia) e uno dei suoi primi grandi gesti riguardò proprio il Paese martoriato. A settembre del 2013, suo primo anno al soglio di Pietro, Bergoglio lanciò l'appello per la pace durante l'Angelus domenicale. "Il mio cuore è profondamente ferito", disse, proclamando per il 7 settembre 2013 una giornata di digiuno e veglia per la pace nel Paese "l'umanità – affermò – ha bisogno di vedere gesti di pace".
Lo scorso anno, alla dodicesima stazione della Via Crucis al Colosseo, la croce è stata portata da Haddad Rana e Yousef Saghir, due siriani accompagnati della comunità di Sant'Egidio.
SALVARE GIOVANI DA PROSTITUZIONE. Quest'anno una Via Crucis 'parallela', nei giorni precedenti a quella presieduta dal Papa al Colosseo il 14 aprile, si svolge il venerdì precedente nel quartiere romano di Garbatella. E' dedicata alle 'Donne crocifisse' ed è organizzata, per il terzo anno consecutivo, dalla Comunità Papa Giovanni XXIII. Bergoglio invita i fedeli a prendervi parte, esortando a "continuare l'opera in favore di ragazze sottratte alla prostituzione". La processione sarà in solidarietà e preghiera per le giovani donne vittime di tratta, prostituzione coatta e violenze.
SAN PIETROBURGO. Negli appelli finali non dimentica la strage della metropolitana di San Pietroburgo, costata la vita a 14 persone, che "ha provocato vittime e smarrimento nella popolazione". "Mentre affido alla misericordia di Dio quanti sono tragicamente scomparsi – afferma – , esprimo la mia spirituale vicinanza ai loro familiari e a tutti coloro che soffrono a causa di questo drammatico evento".
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