Tra gli istituti di credito finiti nel mirino Intesa Sanpaolo e UniCredit
La guardia di finanza ha acquisito alcuni documenti dagli uffici di cinque banche italiane (Intesa Sanpaolo, UniCredit, Monte dei Paschi di Siena, Banco BPM e Popolare di Bari) nell'ambito delle indagini avviate dal procuratore aggiunto di Milano, Fabio De Pasquale, e dal pm Grazia Colacicco riguardo a una truffa in relazione alla distribuzione di diamanti a clienti delle banche. Secondo alcune fonti, citate dall'agenzia Reuters, le fiamme gialle avrebbero prelevato documenti e file dai computer degli istituti di credito.
I broker di diamanti avrebbero utilizzato le banche italiane per vendere le pietre preziose in un giro di affari che avrebbe un valore di almeno 300 milioni di euro di vendite nel 2015. Della vicenda si era occupata la Consob, nel novembre scorso, dopo i dubbi sollevati dalla trasmissione di inchiesta di Rai Tre, Report.
Nell'inchiesta di Report veniva evidenziato come i principali promoter di diamanti avessero utilizzato valutazioni gonfiate per vendere i preziosi a prezzi fuori mercato ai clienti delle banche che si affidavano a loro, considerandolo investimento sicuro. Molte banche infatti non possiedono le competenze necessarie in casa per trattare la compravendita di preziosi e si affidano a terzi. Secondo quanto riferito dalla trasmissione, spesso le valutazioni sono fuori mercato e alla clientela vengono mostrate valutazioni sempre in crescita. In realtà poi per l'investitore rivendere il diamante è praticamente impossibile e l'unica strada è affidarsi a chi glielo ha venduto, pagando però una salata commissione.
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