Un nuovo filone d'inchiesta avrebbe portato a indagare un ex-legionario di 87 anni già sfiorato dalle prime inchieste
"Smentisco categoricamente che dalle indagini in corso siano emersi elementi di prova che colleghino i delitti del cosiddetto mostro di Firenze con possibili ambienti eversivi. I polveroni non fanno parte dello stile di questo ufficio, qualcuno evidentemente ha interesse a sollevarli, ma non è la Procura". Lo afferma il capo della Procura del capoluogo toscano, Giuseppe Creazzo, commentando la nuova inchiesta sui delitti delle coppiette che insanguinarono il territorio fiorentino tra il 1968 e il 1985, nell'ambito della quale risulta esserci un nuovo indagato, l'ex legionario Giampiero Vigilanti, 87 anni. "La Procura della Repubblica – aggiunge Creazzo – indaga senza trascurare nessuna pista, ma procede su elementi che abbiano una loro concretezza e non su supposizioni più o meno suggestive"
"Io con il mostro di Firenze non c'entro niente". Lo ribadisce ai giornalisti Giampiero Vigilanti che oggi ha 87 anni. La stessa cosa l'ex legionario l'ha ripetuta più volte nel corso degli interrogatori a cui è stato sottoposto, a partire dallo scorso anno, da parte degli investigatori del Ros dei carabinieri e da parte dei pm che coordinano le indagini, Paolo Canessa e Luca Turco. Vigilanti è residente a Prato ma è originario di Vicchio (Firenze). Lo stesso paese di Pietro Pacciani, condannato in primo grado a più ergastoli per 7 degli 8 duplici omicidi e successivamente assolto in appello, morto prima di essere sottoposto a un nuovo processo di appello, da celebrarsi a seguito dell'annullamento nel 1996 della sentenza di assoluzione da parte della Cassazione. I 'compagni di merende' di Pacciani, Mario Vanni e Giancarlo Lotti, anche loro ormai morti, vennero successivamente condannati in via definitiva per quattro degli otto duplici omicidi
Vigilanti non fa mistero del fatto di aver conosciuto Pacciani. E racconta di aver avuto con lui, quando erano ragazzi, anche uno scontro. "Pacciani – spiega l'ex legionario – aveva rubato il lavoro al mio babbo. Siccome mio babbo si sarebbe compromesso, allora ci ho pensato io: gli ho dato una bastonata in testa, gliel'ho aperta la testa, ma lui non ha fatto nemmeno denuncia". Poi i due si persero di vista: Vigilanti in Francia per arruolarsi nella legione straniera. Pacciani in galera per scontare la condanna a 14 anni per l'omicidio della fidanzata. Si rividero dopo molti anni. "Eravamo conoscenti, non amici – racconta ancora l'ex legionario -. Ma Pacciani non era tanto arrabbiato con me tanto: sapeva di avere sbagliato e lui aveva sbagliato"
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