Resta un caso 'criptico' quello della piccola di Trento. Le ipotesi: una zanzara nascosta in un bagaglio o autoctona / VIDEO

Un caso anomalo, raro, eccezionale. Per ora la morte per malaria di Sofia Zago, la bimba di 4 anni di Trento, morta a Brescia, è un enigma medico. Nessuno della famiglia (Sofia è secondogenita di Marco Zago e Francesca Ferro) infatti si è recato all'estero, e quindi viene escluso il contagio avvenuto grazie a qualche viaggio affrontato in paesi a rischio. Si ipotizza un possibile contagio per colpa di qualche zanzara. Ma certo sarebbe il primo caso in Trentino, area non malarica neanche quando la malattia era presente in altre zone italiane.

In relazione alla morte della piccola, la procura di Trento indaga per omicidio colposo. I magistrati di Brescia e Trento, che hanno aperto un fascicolo per ora senza indagati, dovranno accertare come possa essersi sviluppata una malattia che in Italia si è estinta da decenni e che in Trentino non ha mai dato particolari problemi, visto che la bambina in questi mesi non è stata all'estero. Inoltre si dovrà fare luce se nei reparti ospedalieri sono state eseguite tutte le procedure.

Sofia è stata colpita dallo stesso parassita di cui si sono ammalati, e poi guariti, i due fratellini ricoverati a Trento di rientro dal Burkina Faso. Ma la piccola e i due malati non sono mai stati in contatto, le cure sono state effettuate con materiale monouso e non ci sono state trasfusioni. La malaria non è trasmissibile da uomo a uomo e nessun altro paziente ha avuto dei sintomi riconducibili alla malaria.

Oltre ai magistrati, anche i medici stanno studiando il caso, che, se fosse autoctono, sarebbe rarissimo. Le ipotesi al vaglio sono relativa a una possibile zanzara rimasta nascosta nei bagagli dei due fratellini o a una zanzara autoctona. Meno probabile il contatto con i bambini.  

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