L'hashtag è stato lanciato dalla scrittrice Giulia Blasi e sta riunendo i racconti di centinaia di italiane
Non solo Asia Argento. Migliaia di donne hanno deciso di raccontare cosa vuol dire avere paura di camminare di sole la sera, provare timore nel raccontare un abuso per paura di non essere credute, imparare che si ha abbastanza forza per reagire. Su Twitter, uniti dall'hashtag #quellavoltache, sono apparse tantissime storie di molestie. A raccontarlo sono italiane di ogni età ed estrazione sociale, che stanno dalla parte di Asia Argento, apramente criticata sui social network dopo aver denunciato di aver subito un abuso vent'anni fa da Harvey Weinstein.
A lanciare l'hashtag è stata la scrittrice Giulia Blasi spiegando, sul suo blog, il senso dell'iniziativa. "Perché non hai parlato? Perché non hai detto niente? Perché non hai gridato, perché non hai denunciato, perché non ti sei ribellata, perché non l’hai preso a calci nelle palle? Quando una donna parla di molestie, stupro, situazioni in cui si è sentita forzata, la domanda contiene la risposta. Non ha parlato perché nessuno, in fondo, le avrebbe dato credito", scrive. "#quellavoltache è un progetto narrativo estemporaneo per raccontare le volte in cui siamo state molestate, aggredite, ma anche le volte in cui ci siamo sentite in pericolo e non sapevamo bene perché, e ci davamo delle cretine per esserci messe in quella situazione. Perché il patriarcato che non ti crede è lo stesso che cerca di colpevolizzarti per quello che ti infligge". Un progetto che ha riscosso molto successo sui social dove tante hanno voluto contribuire raccontando un aneddoto
#quellavoltache un collega mi mise le mani addosso, al lavoro; ebbi il coraggio di dirlo al capo, poco dopo fui licenziata.
— M* (@Lady_ofShalott_) 15 ottobre 2017
#quellavoltache alla denuncia al Commissariato Trevi, la mattina dopo l’aggressione, mi chiesero, “Ma scusi, lei com’era vestita?”
— Costanza R.d'O. (@CostanzaRdO) 14 ottobre 2017
#quellavoltache per salvarmi dalle botte e dalle minacce mi rivolsi alla polizia e mi dissero di tornare a casa che i litigi sono normali.
— Nadia Nunzi (@NadiaNunzi) 14 ottobre 2017
#quellavoltache ho chiesto aiuto a 2 carabinieri per scansare un molestatore e questi mi hanno chiesto se avessi il porto d’armi per il seno
— Benna Pitofola (@screnni) 16 ottobre 2017
#quellavoltache mi mise la mano nella camicetta davanti a tutti perché "Hai bevuto, è ovvio che vuoi questo."
— Giulia (@GiuggyPie) 16 ottobre 2017
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