È iniziato questa mattina davanti alla Corte d'Assise di Milano ed è stato subito rinviato il processo, celebrato con rito immediato, a Marco Cappato per aver aiutato Fabiano Antoniani, Dj Fabo, a raggiungere la Svizzera dove ha fatto ricorso al suicidio assistito. L'accusa è aggravata dall'aver "agevolato" la morte del 40enne, cieco e tetraplegico in seguito a un incidente stradale, rafforzando il suo "proposito di suicidio".
Per i pm Tiziana Siciliano e Sara Arduini, Cappato avrebbe semplicemente aiutato una persona ad esercitare il diritto di morire con dignità, ma per Cappato è arrivata l'imputazione coatta disposta dal gip Luigi Gargiulo. Da qui la decisione dell'esponente Radicale di andare direttamente a processo con rito immediato, saltando l'udienza preliminare.
Per manifestare la loro solidarietà a Cappato, i Radicali hanno organizzato un presidio davanti al tribunale e lanciato una campagna social con hashtag '#ConCappato', "una chiamata civile ai cittadini italiani che vogliono essere liberi". "Marco oggi rischia 12 anni carcere per aver affermato da radicale con la sua disobbedienza civile – è il messaggio che accompagna la protesta – un diritto inalienabile che il parlamento italiano si ostina a negare a milioni di Italiani, cioè il diritto di decidere come vivere la propria vita fino alla fine. Per questo tutto il Paese deve essergli grato". Fuori dall'aula, Cappato ha spiegato che questo processo "è un'occasione pubblica per le persone che soffrono e i malati terminali nel nostro Paese di sapere quali sono i diritti di scelta nell'interruzione della sofferenza e della vita ma anche, per chi lo vuole, di scelta di continuare a vivere. Spero che, anche grazie alla scelta di Fabiano, possa servire in generale ad avere attenzione per una condizione, quella dei malati terminali, per la quale finora non c'è stata una vera attenzione da parte delle istituzioni. Questo sarebbe comunque un risultato positivo".
"Io mi sono autodenunciato perché ritengo che ci sia un'assunzione di responsabilità da prendere proprio nei confronti delle persone malate e delle persone che soffrono", ha aggiunto il tesoriere dell'associazione Luca Coscioni. "Sono 32 anni che il Parlamento italiano non riesce a decidere su proposte di legge in materia di fine vita – ha concluso – posso solo sperare che questa volta ci si arrivi".
Nel corso della prossima udienza, fissata per il 4 dicembre, su richiesta dei pm, verrà proiettato il girato integrale dell'intervista che Dj Fabo ha rilasciato a Giulio Golia de Le Iene poco prima di morire. Il resto della giornata e l'udienza successiva, fissata per il 13 novembre, saranno dedicate all'ascolto dei testimoni, tra cui l'anestesista Mario Riccio che ha accompagnato Piergiorgio Welby alla morte, la madre e la fidanzata di Dj Fabo, e agli interventi delle parti. La sentenza, verosimilmente, è attesa entro metà febbraio.