L'ex moglie del Cavaliere non intende restituire i 45 milioni e non è d'accordo sulla riduzione dell'assegno di mantenimento

Veronica Lario ha presentato ricorso in Cassazione contro la sentenza della Corte d'appello di Milano che, nel novembre scorso, aveva cancellato il suo assegno di mantenimento, obbligandola a restituire all'ex marito Silvio Berlusconi circa 45 milioni di euro. A confermare la notizia sono state fonti legali.

Lo scorso 16 novembre i giudici della Corte d'appello di Milano accolsero il ricorso presentato dai legali di Berlusconi, gli avvocati Pier Filippo Giuggioli e Valeria De Vellis. La Corte presieduta da Maria Cristina Canziani, infatti, dichiarò "la insussistenza dei presupposti per il riconoscimento di un assegno divorzile a favore di Miriam Bartolini (questo il vero nome di Veronica Lario, ndr.)". Non solo. E decise per la revoca dell'assegno "già disposto favore della ex moglie a partire "dalla mensilità successiva alla pubblicazione della sentenza di scioglimento del matrimonio e quindi dal marzo 2014". In tutto circa 45 milioni di euro.

La storia del divorzio – Con questa decisione, contro la quale si è adesso appellata Veronica Lario, si chiuse una delle separazioni più complesse e chiacchierate degli ultimi anni. La crisi tra l'ex premier e la seconda moglie era emersa in tutta la sua evidenza nel 2007, quando Veronica aveva scritto una lettera a 'Repubblica' chiedendo "pubbliche scuse" per le parole galanti rivolte dal Cavaliere alle signore presenti alla cerimonia dei Telegatti. Nel 2009, poi, Il Corriere della Sera riporta la notizia del deposito in Tribunale da parte della Lario di un "ricorso individuale con addebito" nei confronti del marito.

Il primo assegno – Nel dicembre del 2012 il giudice di Milano Gloria Servetti ha sancito la separazione e ha disposto il mensile record di 3 milioni di euro al mese per l'ex first lady. Cifra ridimensionata a 'appena' 1,4 milioni dal Tribunale di Monza nell'ottobre del 2013. Per arrivare al divorzio, però, bisogna aspettare il 18 febbraio 2014, anche se il contenzioso economico è proseguito fino a oggi. Il Cavaliere non si è arreso e ha presentato un nuovo ricorso con l'obiettivo di eliminare l'assegno mensile e rimodulare la somma versata dal momento della separazione. La Corte d'Appello di Milano nel settembre 2014 aveva ridimensionato a 2 milioni di euro l'assegno mensile di mantenimento e la Cassazione nel maggio scorso aveva confermato la decisione rilevando che la separazione "non elide la permanenza del vincolo coniugale" e il dovere di assistenza garantendo il precedente tenore di vita. Una sentenza che solo all'apparenza sembra contraddire un'altra decisione dei giudici della Suprema Corte in cui si stabiliva che è "l'autosufficienza" e non il "tenore di vita" il parametro su cui misurare l'assegno.

Berlusconi all'attacco – I difensori del Cavaliere, però, hanno cercato nuovamente di ribaltare la situazione sostenendo che la Lario non aveva più diritto agli alimenti perchè "indipendente e autosufficiente economicamente", dato che ha una liquidità di 16 milioni di euro, gioielli e società immobiliari. I legali del Cavaliere per motivare la loro istanza, accolta dalla Corte d'Appello di Milano, citarono il divorzio 'Grilli-Lowenstein'. In quel caso i giudici avevano stabilito che il parametro del mantenimento del tenore di vita goduto durante il matrimonio non era più in valido e che l'assegno divorzile spettava solo a chi non è in grado di lavorare e non può mantenersi da solo. Caso che calza a pennello con la situazione della Lario che è in una situazione di "benessere economico tale da da consentirle un tenore di vita elevatissimo" che comporti il venir meno dell'assegno divorzile di 1,4 milioni anche perché durante il matrimonio con Berlusconi "per scelta non ha mai svolto attività lavorativa".

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