Il pontefice ai membri dell'associazione ricevuti in udienza: "Servizio insostituibile, presenza profetica a fianco dei migranti"
Oggi c'è la tendenza a distinguere "chi meriti attenzione e soccorso da chi, al contrario, non ne sia degno", un comportamento opposto a quello che dovrebbe seguire chi assiste i bisognosi. Papa Francesco torna a parlare degli ultimi ricevendo in udienza i membri della Croce rossa, che "svolge in tutta Italia e nel mondo un servizio insostituibile, prezioso sia per l'opera che materialmente compie, sia per lo spirito con cui la compie, che contribuisce a diffondere una mentalità nuova, più aperta, più solidale". Inevitabile pensare, per quel che riguarda il nostro Paese, alle vittime dei terremoti e delle calamità naturali e ai migranti. "La mano che tendete loro – sottolinea Bergoglio – e che essi afferrano è un segno alto, che andrebbe tradotto così: 'Non ti aiuto solo in questo istante, per sollevarti dal mare e portarti in salvo, ma ti assicuro che ci sarò e mi prenderò a cuore la tua sorte'. Per questo, la vostra presenza a fianco degli immigrati rappresenta un segno profetico, così necessario al nostro mondo".
La missione del volontario, chiamato a prestare soccorso a chi si trova in stato di bisogno in modo amorevole e disinteressato, richiama la figura evangelica del Buon Samaritano. Infatti, il primo dei principi fondamentali dello Statuto della Croce rossa, ricorda Bergoglio, è quello di umanità, "la stessa che spinge il Buon Samaritano a chinarsi sull'uomo ferito e steso a terra. Egli prova compassione e si fa suo prossimo: senza compassione si terrebbe a distanza".
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata