La provocazione del magistrato che si è occupato da vicino del G8 del 2001

"I torturatori del G8 di Genova sono ai vertici della nostra polizia. Come possiamo dunque chiedere all'Egitto di consegnarci i torturatori di Giulio Regeni?" È questo il senso dell'intervento di Enrico Zucca, sostituto procuratore generale di Genova, durante un dibattito, organizzato dagli avvocati liguri,  sulla vicenda del ricercatore italiano torturato e assassinato in Egitto il 3 febbraio del 2016.  

"Chi ha coperto i nostri torturatori è ai vertici della nostra polizia, come possiamo chiedere all'Egitto con questa voce di consegnarci i loro torturatori?", ha detto il magistrato che si è occupato da vicino del G8 del 2001 e ha rappresentato la pubblica accusa nel processo per i fatti della scuola Diaz. "L'11 settembre 2001 e il G8 – ha aggiunto Zucca- hanno segnato una rottura nella tutela dei diritti internazionali. Lo sforzo che chiediamo a un paese dittatoriale è uno sforzo che abbiamo dimostrato di non saper far per vicende meno drammatiche".

Al dibattito partecipavano anche i genitori di Giulio Regeni, Paola e Claudio, che si sono sentiti "abbandonati dallo Stato". Le loro sono state parole durissime. "Ho fiducia nella legge, negli avvocati bravi e nella stampa buona e abbiamo tanta solidarietà dai social – ha detto mamma Paola – . Ci aspettavamo di più da chi ci governa: dal 14 agosto quando il premier Gentiloni ci ha annunciato che l'ambasciatore tornava in Egitto, siamo stati abbandonati". "Siamo decisi ad andare avanti anche a piccoli passi. Combattiamo per Giulio ma anche per tutti quelli che possono trovarsi in situazioni simili a quelle che lui ha vissuto", ha aggiunto papà Claudio. Alessandra Ballerini, avvocato della famiglia, ha invece parlato dei tanti tentativi di depistaggio che si sono susseguiti dalla morte del ricercatore friulano. "Il corpo di Giulio parla da solo e si difende da solo – ha sottolineato -. Siamo arrivati a nove nomi delle forze di polizia implicati".

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