Il terremoto di magnitudo 4.7 che si è verificato nella notte nel Maceratese, come gli eventi avvenuti avvenuti negli ultimi giorni in questa zona del Centro Italia, "ricadono nell'area della sequenza sismica iniziata il 24 agosto 2016 con l'evento di magnitudo Mw 6.0 avvenuto nei pressi di Amatrice e Accumoli (Ri) e culminato con l'evento sismico del 30 ottobre 2016 di magnitudo Mw 6.5". Lo spiega l'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, che ha registrato, in poche ore, decine di scosse nell'area, oltre venti delle quali di magnitudo superiore a due.
La sequenza del 2016, spiegano gli esperti, si è gradualmente sviluppata interessando un'ampia fascia dell'Appennino centrale, un'area di circa 1200 chilometri quadrati, estesa per 80 chilometri e larga circa 20 chilometri, dalla provincia di Macerata, nelle Marche, alla provincia dell'Aquila, in Abruzzo. La zona interessata dai terremoti di questi ultimi giorni si era attivata a fine ottobre 2016, tra il 26 e il 30 ottobre, quando sono avvenuti alcuni dei più forti eventi sismici della sequenza: quelli del 26 ottobre di magnitudo Mw 5.4 e magnitudo Mw 5.9 e quello di magnitudo Mw 6.5 del 30 ottobre 2016.
L'Ingv sottolinea che negli ultimi mesi del 2017 sono stati localizzati una media di 30-40 eventi al giorno. I primi di marzo 2018 la sismicità è aumentata superando in un caso i 100 eventi al giorno e anche in questi primi giorni di aprile ha superato i 140 eventi al giorno. Questo aumento di sismicità è prevalentemente concentrato proprio nel settore più settentrionale del sistema di faglie attivato nel 2016, vicino ai comuni di Muccia, Pieve Torina, Pievebovigliana (Macerata). L'evento odierno rappresenta, quindi, un incremento di energia rilasciata rispetto agli ultimi due mesi di sequenza. La scossa è stata avvertita in un'ampia zona, in particolare nella zona a nord-est dell'epicentro, nelle province di Macerata, Ancona, Pesaro, in Umbria, nel Lazio e, in modo lieve, a Roma.