La mamma di Sara: "Sentenza giusta. Non credo che si sia pentito"
Trent'anni di carcere. È la sentenza di condanna della corte d'Appello di Roma nei confronti di Vincenzo Paduano per l'omicidio di Sara Di Pietrantonio. L'ex vigilante 28enne era stato condannato all'ergastolo nel processo di primo grado. L'accusa chiedeva la conferma dell'ergastolo per omicidio premeditato aggravato.
Nella sentenza il reato di stalking è stato assorbito dall'omicidio, ma "si tratta di una sostanziale conferma del primo grado" sottolinea l'avvocato di parte civile Nicodemo Gentile. Soddisfatti i legali dei genitori della vittima.
Concetta Raccuia, madre di Sara, commenta così la sentenza di condanna per Vincenzo Paduano: "Non c'è grossa differenza tra trenta anni e l'ergastolo. Posso sembrare cinica, ma non credo che Paduano si sia pentito: credo che per arrivare a un pentimento vero dovrà essere aiutato ancora molto, perché da solo non può farcela". Sulle lacrime di Paduano, che ha pianto in più occasioni durante l'udienza, Raccuia prosegue: "Ha pianto per sé stesso direi, perché la pena che gli è stata inflitta è molto dura".
Nella notte tra il 28 e il 29 maggio del 2016, in via della Magliana a Roma, Paduano salì a bordo della macchina di Sara e cosparse l'ex fidanzata di benzina. La relazione tra i due era finita da poco e il ragazzo non voleva accettarlo. La vittima tentò di fuggire dall'auto, ma Paduano la raggiunse e la strangolò. La mattina seguente i vigili del fuoco trovarono il corpo carbonizzato di Sara a pochi metri dalla vettura incendiata.
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