Chiusa l'inchiesta. Tra gli indagati, anche l'ex sindaco della capitale. I pm contestano episodi di corruzione nel periodo tra 2010 e 2015

La procura di Roma ha chiuso le indagini legate al fascicolo sulla costruzione della Metro C: 25 persone rischiano di finire a processo e tra loro ci sono l'ex sindaco di Roma Gianni Alemanno, Antonello Aurigemma e Guido Improta, ex assessori ai trasporti delle giunte Alemanno e Marino, l'ex dirigente del ministero delle Infrastrutture Ercole Incalza e alcuni ex dirigenti di Roma Metropolitane e Metro C. Nel fascicolo vengono contestati reati che vanno dalla truffa, al falso in atto pubblico e la corruzione legati al periodo tra il 2010 e il 2015.

L'indagine, coordinata dal procuratore aggiunto Paolo Ielo e dal pm Erminio Amelio, prende avvio da una nota del collegio sindacale risalente al 2013 e si concentra in particolare su due episodi: il primo è l'accordo transattivo del 6 settembre 2011, a seguito del quale Cipe, Stato, Regione Lazio e Comune di Roma hanno pagato 230 milioni di euro per la prosecuzione dei lavori partiti nel 2005. Quei soldi, secondo la procura, non erano dovuti e per ottenere i finanziamenti gli indagati avrebbero presentato false documentazioni truffando gli enti pubblici. Il secondo episodio risale al novembre del 2013 e riguarda il cosiddetto accordo attuativo da 90 milioni di euro quale tranche per la continuazione dei lavori. Anche in quel caso il denaro, assegnato ma mai erogato, secondo la procura era frutto di una truffa agli enti finanziatori delle metropolitana.

Nel fascicolo vengono contestati anche alcuni presunti episodi di corruzione legati ad assunzioni di figli e parenti di funzionari pubblici e lavori a società a loro vicine.

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