Le esequie solenni alla Fiera. Il capo dello Stato: "Tragedia inaccettabile"

È il giorno del dolore, ma anche della rabbia e degli interrogativi di fronte alla tragedia immane. Alla Fiera di Genova alle 11.30 si sono svolti i funerali di Stato per 18 delle vittime del crollo di Ponte Morandi. Un applauso della folla ha accolto i due vicepremier, Matteo Salvini e Luigi Di Maio, e il presidente della Repubblica Sergio Mattarella che si è avvicinato ai parenti delle vittime per esprimere il suo cordoglio. Prima il capo dello Stato aveva visitato i feriti ricoverati nei tre ospedali della città, Villa Scassi, San Martino Galliera. Pure i soccorritori, vigili del fuoco, forze dell'ordine, Croce Rossa e Protezione Civile, sono stati accolti da un lungo e forte applauso. Presente il premier, Giuseppe Conte

Intanto, le operazioni tra le macerie non si fermano. A poche ore dal funerale di Stato è stata recuperata dai vigili del fuoco l'auto su cui viaggiava una famiglia con all'interno i corpi di padre, madre e figlia. Ed è stato recuperato nel pomeriggio anche il corpo del genovese Mirko Vicini, l'addetto dell'Amiu, l'azienda municipalizzata dei rifiuti, che si trovava martedì scorso nel capannone colpito. Non ce l'ha fatta il camionista romeno Marian Rosca, dato prima per morto, poi annoverato tra i feriti in gravissime condizioni. Sale, quindi, a 43 il numero delle vittime della tragedia.

L'omelia di Bagnasco. A celebrare le esequie è il cardinale e arcivescovo di Genova Angelo Bagnasco. "Il crollo del ponte Morandi sul torrente Polcevera ha provocato uno squarcio nel cuore di Genova. La ferità è profonda, è fatta innanzitutto dallo sconfinato dolore per coloro che hanno perso la vita e per i dispersi, per i loro familiari, i feriti, i molti sfollati. Innumerevoli sono i segni di sgomento e di vicinanza giunti non solo dall'Italia, ma anche da molte parti del mondo – ha detto il cardinale Bagnasco – Insieme alla preghiera del Santo Padre Francesco, che anche ieri sera, con una telefonata affettuosa, ha voluto manifestarci la sua prossimità, in questi giorni ovunque si innalza a Dio un'onda di preghiera. Genova è nello sguardo del mondo, in un grande abbraccio di commozione, di affetto e di attesa. Siamo qui per affidarci alla misericordia e alla consolazione che solo Dio può dare. Sappiamo che qualunque parola umana, seppure sincera, è poca cosa di fronte alla tragedia, così come ogni doverosa giustizia nulla può cancellare e restituire. L'iniziale incredulità e poi la dimensione crescente della catastrofe, lo smarrimento generale, il tumulto dei sentimenti, i 'perché' incalzanti, ci hanno fatto toccare ancora una volta e in maniera brutale l'inesorabile fragilità della condizione umana. Ma proprio dentro a questa esperienza, che tutti in qualche modo ha toccato, si intravvede un filo di luce – ha continuato Bagnasco – Il viadotto è crollato: esso, com'è noto, non era solo un pezzo importante di autostrada, ma una via necessaria per la vita quotidiana di molti, un'arteria essenziale per lo sviluppo della Città. Genova però non si arrende. È l'ora della grande vicinanza. Siamo certi che nel cuore di ognuno stia crescendo per Genova un amore ancora più grande, convinto che essa lo merita, che non può essere dimenticata da nessuno, e che la sua vocazione è scritta nella sua storia di laboriosità e di tenacia, oltre che nella sua posizione di porta fra il mare e il continente". Poi ha concluso: "Alziamo lo sguardo: la Madonna Assunta al cielo ci invita anche in questo momento guardare in alto, verso Dio, fonte della speranza e della fiducia. Guardando a Lui eviteremo la disperazione e potremo tornare a guardare con coraggio il mondo, la vita, la nostra amata Città. Potremo guardarci gli uni gli altri e riconoscerci fratelli, perché figli dello stesso Padre ben oltre ogni differenza. Potremo rinnovare la fiducia reciproca e consolidare la vicinanza di queste ore. Potremo costruire ponti nuovi e camminare insieme". 

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