Un tweet partito da un falso account annunciava l'arresto del "cacciatore di fakenews". Nel mirino anche Burioni
Un'accusa gravissima e infamante lanciata via Twitter da un falso profilo creato ad arte a nome di un certo Fabio Varaldi. E' l'ultimo attacco a cui è stato sottoposto il "debunker" e cacciatore di fakenews, David Puente. Il tweet costruisce un falso lancio dell'Ansa (fatto abbastanza bene) e titola: "Atti osceni in un parco con bimbi. Arrestato il blogger David Puente". Sopra il commento: "Si spaccia per blogger e debunker, ma in realtà, ecco chi è David Puente".
Ovviamente, non c'è una parola di vero. Puente non è stato arrestato e su di lui (che, tra l'altro ha una bambina piccola) non grava alcuna accusa di alcun genere. Ma questo è il livello a cui sono arrivati gruppi di "haters" e creatori di false notizie. Gente che sfrutta la credulità popolare e può raccontare storie fantasiose (quasi sempre con un migrante colpevole di chissà quale nefandezze), attaccare con una serie di falsità (che generano commenti osceni) Laura Boldrini, sputtanare il virologo Roberto Burioni riportando una sua battuta (mai detta) sul ponte di Genova come se fosse vera. E via diffamando. Gente che (nascosta coraggiosamente dietro a una tastiera) può minacciare di morte. A Burioni capita spesso, alla Boldrini anche, Puente ha ricevuto minacce del genere quando ha smontato la fakenews delle unghie laccate di Josepha, la ragazza salvata in mare dai volontari di Open Arms. Da sapere (e tener ben presente) che chi produce fake news di questo livello lo fa (spesso) per motivi politici e sempre per far soldi. Più contatti e condivisioni ottieni e più denaro ti entra.
Peggio l'accusa di pedofilia che le minacce di morte. In tutti e due i casi, comunque, da parte di David Puente sono partite denunce alla Polizia postale. Ma vediamo come funziona il meccansimo messo in atto da questi suscitatori professionali di odio sociale e politico che sperano così di orientare il modo di pensare e di vivere la realtà di masse che tendono a "bersi" qualsiasi cosa esca sui social. Soprattutto se è urlata, soprattutto se parla alle paure delle persone, soprattutto se individua qualcuno come "nemico del popolo", soprattutto se ti grida: "Se sei stufo, condividi!!!!".
La spiegazione ci è stata fornita dallo stesso Puente: 1) Una persona o un gruppo di persone creano sistematicamente su internet dei falsi account con nomi inventati o rubati a altri; 2) pubblicano immagini diffamatorie; 3) taggano (non sempre) alcune persone; 4) Mettono nei tweet diversi hashtag che corrispondono alle parole chiave più cercate su Twitter; 5) Cambiano rapidamente account passando da uno all'altro; 6) Dopo qualche giorno ripartono con un nuovo giro attaccando lo stesso personaggio o degli altri
Nei giorni scorsi, nel mirino, c'è stato il virologo Burioni che da anni combatte la sua battaglia contro i no-vax. In questo caso gli è stata attribuita una cinica frase sul crollo del Ponte Morandi che, ovviamente, non aveva mai twittato: "Il ponte di Genova andava "vaccinato" attraverso la Gronda. Chi disse di no fu un somaro. La mia solidarietà ai Benetton". L'account "Simone Ascani" da cui è partito l'attacco a Burioni sembra essere legato a posizioni "no vax", ma non è detto che anche questo aspetto non sia creato ad arte per aumentare scontro e odio.
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