Intanto i pm sono fiduciosi: le prime iscrizioni nel registro degli indagati dovrebbero arrivare in tempi non lunghi
Accelerano le indagini sul disastro del ponte Morandi di Genova. Dalla enorme mole di materiale e documenti che i consulenti della Procura e la polizia giudiziaria hanno acquisito spunta un video, ripreso dalla telecamera di una azienda nei pressi del viadotto, che mostra chiaramente il momento del crollo. "Questo video non è conosciuto e non deve essere conoscibile", spiega il procuratore capo di Genova, Francesco Cozzi, "dal momento che ci sono testimoni che descrivono il fatto e questi non devono essere influenzati dalla visione del filmato". Non emerge invece materiale utile da due telecamere di Autostrade installate ai due lati del ponte sul Polcevera. La prima è risultata colpita da black-out fin dalle prime ore della mattina della tragedia e non ha ripreso nulla del fatto. Stando ai primi accertamenti, sarebbe stata messa fuori gioco da un problema a una centralina. Una seconda telecamera orientabile era invece in funzione, ma puntata in direzione dello svincolo in direzione Milano e non sul ponte. "Non è risultato nulla di anomalo in questo, solo molta sfortuna", sottolinea il procuratore.
Le attività degli inquirenti proseguono con la refertazione delle migliaia di pagine di documenti acquisiti presso gli uffici di Autostrade e gli uffici pubblici. Il quadro va lentamente chiarendosi, e i pm sono fiduciosi di poter arrivare alle prime iscrizioni nel registro degli indagati in tempi non lunghi. Per fare fronte allo sforzo straordinario dell'indagine, la Procura genovese ha chiesto al Csm e al ministero della Giustizia un incremento di risorse, informatiche e di personale. "Siamo già sotto organico di cinque sostituti procuratori" spiega Cozzi, sottolineando che con la creazione di un pool dedicato solo all'inchiesta sul disastro "nei prossimi mesi ci troveremo in difficoltà".
Prosegue anche il lavoro di supporto agli sfollati e alle aziende colpite dal disastro del 14 agosto. Sono 1.432 – di cui 95 con più di 50 dipendenti – le imprese che hanno subito danni diretti e indiretti dal crollo, mappate da Regione Liguria, Comune di Genova e Camera di Commercio. Quaranta hanno subito danni diretti e si trovano in zona rossa. L'assessore regionale allo Sviluppo economico, Andrea Benveduti, ha assicurato che "vogliamo aiutare, in tutte le forme possibili a nostra disposizione, le aziende a rialzarsi e a ripartire". Gli strumenti previsti dovrebbero essere finanziamenti ponte da discutere con gli istituti di credito, equi risarcimenti da parte di chi sarà accertato come responsabile del crollo e forme di agevolazione e sgravi fiscali. Poste Italiane ha deciso, in accordo con Deutsche Bank, di sospendere il pagamento delle rate dei mutui per gli immobili della 'zona rossa'. Gli editori italiani doneranno i libri scolastici agli alunni le cui famiglie sono state coinvolte nel crollo. Venerdì mattina ha preso si è insediata la commissione di esperti che dovrà coadiuvare tutte le decisioni del commissario delegato per il superamento dell'emergenza, Giovanni Toti, e del sindaco di Genova, Marco Bucci, per tutte le attività relative alla messa in sicurezza, alla definizione della zona rossa e al piano di abbattimento del ponte Morandi.
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