Le lancette per Taranto scorrono inesorabili, in primis per la tutela dei posti di lavoro
Nuovo incontro sul dossier industriale del'anno, e nessuna certezza. Anzi una: entro il 15 settembre si dovrà prendere una decisione sul futuro dell'Ilva. Mercoledì 5 settembre è previsto l'ennesimo rendez-vous al Mise tra sindacati, governo, la società acquirente AmInvestCo (che include come protagonista principale il colosso internazionale ArcelorMittal) e i commissari straordinari.
Le sigle di categoria e il ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio concordano su un aspetto: sono giorni "decisivi" per le acciaierie, in attesa anche del parere dei tecnici del ministero dell'Ambiente sul piano di risanamento ambientale. Si tratta di un documento chiesto dopo che l'Avvocatura di Stato avrebbe messo in luce profili di illegittimità dell'atto di aggiudicazione datato giugno 2017. "Da domani ci sarà il tavolo con sindacati, commissari e Mittal e insieme troveremo una soluzione migliore per un'Ilva più pulita e con più occupati", prova a rassicurare il vicepremier, che conosce bene la delicatezza del dossier. Le lancette per Taranto scorrono infatti inesorabili, in primis per la tutela dei posti di lavoro.
Al momento lavorano nelle acciaierie 13.500 dipendenti (scesi di oltre 1.100 rispetto al 2015): ballano quindi quasi 3.500 posti di lavoro che non troverebbero spazio nell'ultimo piano dell'azienda. I sindacati spingono per zero esuberi, ArcelorMittal non va oltre le 10.500 assunzioni, 10.100 subito e 400 entro il 2023. Per gli altri si sta lavorando per garantire almeno 2.500 esodi incentivati.
Per di più il 15 settembre termina la gestione commissariale dell'azienda, termine già prorogato rispetto al 30 giugno fissato dal contratto siglato tra il precedente governo e il colosso anglo-indiano. Ecco allora che la trattativa con i sindacati diventa centrale perché la salvaguardia dei lavoratori rientra tra i due casi – con l'aspetto ambientale – per cui si potrebbe rendere non valida la gara.
"Dall'esito del confronto dipenderà anche la procedura di annullamento in autotutela, perchè ricordiamoci che oltre al fatto che quella gara sia illegittima, ed è assodato, per annullarla ci deve essere un interesse pubblico, concreto e attuale per annullarla – ha spiegato Di Maio -. E' una corsa contro il tempo perché il 15 scade tutto, ma sono fiducioso che arriveremo ad una soluzione positiva per i cittadini di Taranto e per chi lavora nello stabilimento". I sindacati sono pronti ad una trattativa no stop: per il mondo Ilva non sono ammessi altri rinvii.
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