Omicidio Yara Gambirasio, la Cassazione conferma l’ergastolo per Bossetti

L'imputato è stato condannato all'ergastolo in primo e secondo grado perché ritenuto unico colpevole dell'omicidio della tredicenne di Brembate di Sopra

La Corte di Cassazione conferma la condanna all'ergastolo di Massimo Bossetti, unico imputato nel procedimento per l'omicidio di Yara Gambirasio. La decisione arriva dopo quattro ore di camera di consiglio, a otto anni dall'omicidio della tredicenne di Brembate di Sopra.

Accolte, dai giudici della prima sezione, le richieste della pg Mariella De Masellis che nel corso della requisitoria aveva parlato di "un'indagine senza precedenti compiuta a seguito di un omicidio efferato su una ragazza inerme". Il profilo genetico con il quale si è arrivati a Bossetti, il cosiddetto 'Ignoto 1', "era corretto e assolutamente interpretabile", ha sostenuto l'accusa aggiungendo che il dna era stato solo una delle prove contro Bossetti.

"Giustizia è fatta ma non c'è soddisfazione", è il commento alla sentenza dei giudici che arriva da Andrea Pezzotta, avvocato dei genitori della vittima. Mentre il legale di Bossetti, Claudio Salvagni, dichiara: "Per lui sarà una mazzata durissima ma saprà reagire, le strade non sono finite. Con pazienza e con fiducia bisogna rimettersi al lavoro, qualcosa ancora si può fare".

Yara scomparve il 26 novembre del 2010, dopo un allenamento di ginnastica ritmica nella palestra che distava meno di un chilometro dalla casa dove viveva con i genitori, a Brembate di Sopra (Bergamo). Il corpo martoriato della ragazza venne ritrovato tre mesi dopo, in un campo a dieci chilometri dal paese. La svolta nell'indagine arrivò solo quattro anni dopo, grazie al dna emerso da tracce ematiche trovate sugli indumenti intimi della vittima: nel giugno del 2014 venne arrestato Bossetti, al quale gli inquirenti arrivarono perché il suo dna era assolutamente sovrapponibile con quello del cosiddetto 'Ignoto 1'.

A Bossetti si giunse dopo una lunga indagine di campionamento di profili genetici di centinaia di persone attraverso la quale gli inquirenti ipotizzarono che 'Ignoto 1' fosse figlio di una relazione extraconiugale di un autista del posto deceduto oltre dieci anni prima. Quell'uomo è risultato effettivamente essere il padre biologico di Bossetti.

Inoltre l'inchiesta dimostrò che, la notte della scomparsa di Yara, il muratore aveva stazionato ed era passato ripetutamente con il proprio camioncino davanti alla palestra dove la giovane si allenava, sul tratto di strada visibile nel video delle telecamere di sorveglianza.

Bossetti venne rinviato a giudizio e nel luglio 2016 la Corte d'Assise di Bergamo lo condannò all'ergastolo per omicidio. I giudici riconobbero l'aggravante della crudeltà e gli revocarono la potestà genitoriale sui figli. Nel luglio del 2017 la corte d'Appello di Brescia confermò la sentenza di primo grado. Oggi la terza condanna, in Cassazione: quella definitiva.