Cittadini in allarme. Ma l'agenzia fa sapere che nell'aria non sono state rilevate sostanze tossiche

Milano fa i conti con una cappa di fumo e odore acre dopo il rogo nel capannone di via Chiasserini, in zona Bovisasca. Tanti genitori, allarmati, hanno tenuto i figli a casa da scuola pur di non farli uscire. I cattivi odori si sono sentiti non solo nella zona Nord di Milano, ma anche in centro, fino a piazza Napoli e all'area dei Navigli. Intanto proseguono i controlli dell'Arpa Lombardia per verificare se nell'aria siano presenti sostanze tossiche. "Oltre al campionamento di microinquinanti, che prosegue in maniera continua dalla notte in cui è divampato l'incendio, Arpa sta effettuando misure speditive anche in altre zone di Milano, a seguito di varie segnalazioni di odori riferibili al rogo. Le strumentazioni non rilevano presenza anomala di sostanze tossiche", fa sapere in un comunicato l'agenzia. "L'odore oggi viene percepito in aree diverse della città a causa della variata direzione del vento, che proviene ora dai settori di nord-est, e delle condizioni meteo non favorevoli alla dispersione", prosegue la nota, in cui si precisa: "L'incendio è ancora in corso e i tecnici Arpa hanno posizionato un secondo campionatore ad alto volume all'interno del cortile della scuola comunale di via de Castelli".

Nel frattempo si continua a indagare sia sul rogo della Bovisasca che su quello scoppiato quattro ore dopo, alle 4.30 di lunedì mattina alla Ri.Eco di Novate Milanese. Giovedì scorso polizia locale e tecnici della Città metropolitana avevano scoperto che nel capannone di via Chiasserini erano stati stoccati migliaia di metri cubi di rifiuti (tra cui plastica, gommapiuma, carta e materiale tessile) senza autorizzazioni. Si indaga anche su eventuali collegamenti anche con altre indagini sui traffici di rifiuti e con i sei arresti dopo un rogo nel Pavese.
 

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