Il costruttore, finito in carcere il 13 giugno scorso, è ora sottoposto a obbligo di firma e dimora. Potrebbe finire sul banco degli imputati insieme all'avvocato e ad altre 18 persone

La procura di Roma chiude l'indagine sul nuovo stadio della Roma e 20 persone rischiano il processo: tra di loro il costruttore Luca Parnasi, l'ex presidente di Acea Luca Lanzalone, che per la giunta Raggi seguì la trattativa sullo stadio di Tor Di Valle, Adriano Palozzi, ex vicepresidente del Consiglio della Regione Lazio di Forza Italia, Michele Civita, ex assessore regionale del Pd, e il soprintendente ai beni culturali di Roma, Francesco Prosperetti

Parnasi, finito in carcere il 13 giugno scorso, è ora sottoposto a obbligo di firma e dimora, e rischia il processo insieme ai suoi collaboratori: Luca Caporilli, Simone Contasta, Nabor Zaffiro, Giulio Mangosi, Gianluca Talone. Sono tutti a vario titolo indagati per associazione a delinquere, corruzione e finanziamento illecito. Il 2 ottobre scorso era stato sottoposto a un nuovo lunghissimo interrogatorio nell'ambito dell'inchiesta durante il quale aveva chiarito una serie di rapporti con politici e amministratori. 

Il costruttore è accusato di aver creato un'associazione a delinquere "allo scopo di commettere una serie indeterminata di delitti contro la pubblica amministrazione al fine di ottenere provvedimenti amministrativi favorevoli alla realizzazione del nuovo stadio della Roma e di altri progetti imprenditoriali riconducibili all'operatività del sodalizio". Parnasi, ritenuto "capo ed organizzatore" e i suoi collaboratori avrebbero "avvicinato pubblici ufficiali" e "compiuto operazioni di intermediazione illecita" promettendo in cambio "denaro e altre svariate utilità". 

Si aggrava anche la posizione dell'avvocato Luca Lanzalone, ritenuto il punto di contatto tra Parnasi e l'amministrazione capitolina guidata da Virginia Raggi (estranea alla vicenda). Gli inquirenti sono convinti che Lanzalone abbia aiutato Parnasi in cambio di utilità e favori anche dopo la nomina come presidente di Acea.

Lanzalone risponde di corruzione e traffico di influenze illecite: "Parnasi- si legge nell'avviso di chiusura delle indagini – prometteva ed effettivamente erogava in favore di Lanzalone, per lo svolgimento della sua funzione e per il compimento di singoli atti e comportamenti riconducibili ad essa (ed in particolare rilasciando informazioni sullo stato delle pratiche amministrative in corso, partecipando alla delibera di conferma della dichiarazione di pubblico interesse ed all'intero iter procedurale relativo al Nuovo Stadio della Roma, interessandosi per l'acquisizione di un immobile presso il Business Park dello Stadio ove trasferire la sede Acea) ed in genere per l'asservimento della funzione esercitata agli interessi del Parnasi e del gruppo imprenditoriale a lui riconducibile in violazione dei doveri istituzionali di imparzialità e correttezza, molteplici utilità e tra queste l'affidamento (o la promessa di affidamento) di lucrosi incarichi in favore dello studio legale Lanzalone & Partners". 

Chiusa l'indagine principale, la procura prosegue le indagini sui presunti flussi di denaro partiti da Parnasi e indirizzati alla politica. Il blocco dell'inchiesta che riguarda i finanziamenti è stato stralciato dal filone principale ed è incentrato sui riscontri a quanto detto in almeno un interrogatorio cui Parnasi è stato sottoposto nelle scorse settimane.

Vi si indaga, in particolare, su 150 mila euro dati dall'imprenditore alla Fondazione Eyu, vicina al Pd, e sui 250 mila arrivati all'associazione Più Voci, che fa riferimento alla Lega. Un fiume di denaro da 400mila euro cui potrebbero aggiungersi altre somme inizialmente non al centro dell'indagine. Nel mirino i soldi arrivati alle due fondazioni ed eventuali irregolarità nella loro gestione da parte dei due partiti di riferimento.

Nello stesso fascicolo è iscritto, l'ex capogruppo M5S in Campidoglio Paolo Ferrara, autosospesosi dal Movimento a seguito dell'inchiesta nella quale è stato iscritto per aver ricevuto presunti favori da Parnasi. Tra le persone per le quali è già stata fatta richiesta di archiviazione ci sono il presidente del Coni, Giovanni Malagò e gli avvocati Mauro Vaglio e Daniele Piva.

Secondo la procura, il gruppo Parnasi avrebbe tentato di 'oliare' i vari passaggi dell'approvazione del progetto stadio mettendo in atto una corruzione che la gip Maria Paola Tomaselli ha definito "sistemica". Per arrivare all'approvazione del progetto dello stadio, Parnasi si sarebbe servito tra gli altri dell'avvocato, ex presidente di Acea, Luca Lanzalone, che per la giunta Raggi seguiva la trattativa sulla modifica del piano e che in cambio dell'aiuto fornito avrebbe ricevuto incarichi e consulenze del valore di 100mila euro.

L'inchiesta coinvolge anche l'ex assessore e oggi consigliere comunale di Forza Italia, Davide Bordoni, Daniele Leoni, funzionario del Dipartimento Urbanistica del Comune di Roma, Giampaolo Gola assessore allo sport del X Municipio, l'architetto Paolo Desideri, Fabio Serini, commissario straordinario dell'Ipa, Luciano Costantini, dello studio Lanzalone, Stefano Sonzogni e Mariangela Masi e Claudio Santini. 

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