Fissata per mercoledì l'autopsia. L'ex campionessa di tiro a segno vittima di maltrattamenti. Sarebbe morta per insufficienza cardiorespiratoria, nessun segno di violenza sul corpo

Continuano le indagini per chiarire la responsabilità di chi ha fornito a Marianna Pepe, l'ex campionessa di tiro a segno il cui corpo senza vita è stato ritrovato in un appartamento a Muggia, in provincia di Trieste, l'8 novembre, le sostanze che – stando alle prime ipotesi del medico legale intervenuto sul posto – ne avrebbero provocato il decesso per insufficienza cardiorespiratoria.

La Procura di Trieste ha dato incarico di eseguire un'autopsia per accertare le cause della morte, fissata per mercoledì. L'esame servirà a chiarire se effettivamente le cause del decesso sono da riferire all'assunzione di sostanze che potrebbero aver causato un'overdose e quindi confermare l'ipotesi iniziale del medico legale, che "non ha rilevato segni di violenza".

La nota della Procura, firmata dal procuratore Carlo Mastelloni, rende noto che sono in corsoaccertamenti investigativi anche sulla situazione del nucleo familiare dell'ex campionessa, seguito dai servizi sociali che avevano redatto varie relazioni. L'ex compagno di Marianna Pepe, con il quale la donna aveva un figlio, era stato rinviato a giudizio per ipotesi di maltrattamenti. Erano stati riferiti più episodi di violenza, a partire dal 2014, ma la donna aveva poi deciso di ritirare le denunce perché "le violenze erano cessate" e "il compagno aveva mantenuto una condotta collaborativa anche nella gestione del figlio".

In una recente telefonata ricevuta dalle forze dell'ordine per accertamenti sulla situazione, la donna aveva riferito, lo scorso 30 ottobre, che la relazione era finita e che il suo ex compagno la rispettava.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata