Da martedì i treni passano senza sostare sulla banchina, senza che ci sia alcun avviso all'entrata delle stazioni: città nel caos
Roma, dieci giorni al Natale. Momenti tradizionalmente di shopping, con tanti turisti pronti ad ammirare la Città Eterna tra luci e decorazioni, compreso magari il nuovo Spelacchio targato Netflix. In centro è d'obbligo muoversi in metropolitana; peccato però che le due fermate più centrali della linea A, Barberini e Spagna, siano chiuse ormai da tre giorni. Da martedì infatti, i treni passano senza sostare sulla banchina, senza che ci sia alcun avviso all'entrata delle stazioni.
Atac preferisce non esporsi sui tempi di riapertura, spiegando in una scarna nota come il motivo del clamoroso stop sia da addurre a imprecisate "verifiche tecniche agli impianti di traslazione". La promessa, simile agli orari di arrivo previsti dei bus a Roma, è sempre la stessa: i lavori "verranno condotti nel minor tempo possibile". Si sta lavorando pancia a terra", confidano dall'azienda. I non romani, forse i milanesi, magari diranno: "Beh, ma ci saranno dei bus sostitutivi per la metro". Vero, ci sono, peccato che la tratta Termini-Flaminio sia quasi ingestibile su gomma grazie al traffico e le corse siano troppo poco frequenti.
Il nuovo problema per la viabilità dei cittadini romani si somma alla chiusura della fermata Repubblica, bloccata dal 23 ottobre scorso quando una scala mobile cedette e diversi tifosi del Cska rimasero feriti. Qui teoricamente le fermata è stata dissequestrata, ma rimangono dei dubbi sulle altre scale, che potrebbero sovraccaricarsi troppo in caso di alta affluenza. Insomma da Termini (dove si intersecano due linee di metro e dove arrivano anche i viaggiatori delle Ferrovie) per arrivare al cuore del centro storico la prima fermata utile è quella di Piazzale Flaminio. Fermata metro già iperinflazionata, per altro, con l'arrivo dei pendolari della ferrovia regionale Roma-Viterbo.
Così, nel giorno in cui anche nella lenta Metro C si ferma per un'ora la tratta Malatesta-Alessandrino, scoppia la bufera sui social. Qualcuno protesta per l'inefficienza del servizio "dopo aver firmato al referendum per l'Atac", mentre tra i tantissimi che chiedono una data di riapertura Maria scherza: "Atac un nome una garanzia…di restare a piedi". In centinaia giurano che non rinnoveranno il proprio abbonamento annuale, con Simone che su Twitter ha un'idea: "Per gli accertamenti su Repubblica chiamiamo Sherlock Holmes". Vista la situazione, forse a Watson conviene prenotare un bel tandem per girare senza problemi una città paralizzata nei trasporti.
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