Il ministro degli Interni intenzionato a fare passi ufficiali per l'estradizione. Ma non è una cosa semplice. E altri sono in giro per il mondo. Alcuni scomparsi da anni
Trenta terroristi latitanti, 27 di sinistra e tre di destra: i loro nomi sono sul tavolo del vicepremier e ministro dell'Interno Matteo Salvini. Lo si apprende da fonti del Viminale. Si tratta dell'elenco aggiornato che intelligence e forze dell'ordine hanno rielaborato dopo l'arresto di Cesare Battisti. Dei 30, 14 sono in Francia. Il governo italiano, su impulso di Salvini, è pronto a passi ufficiali per chiedere collaborazione ai Paesi che stanno ospitando i latitanti. A partire da Parigi. L'obiettivo è assicurare i terroristi alla giustizia italiana, come avvenuto per l'ex latitante.
Ecco i nomi i una quindicina di ex terroristi (tutti di sinistra appartenenti alle Br di diversi periodi o altre sigle contigue) che risultano essersi rifugiati in Francia in tempi di versi: Giovanni Alimonti, Luigi Bergamin, Enzo Calvitti, Roberta Cappelli, Paolo Ceriani Sebregondi, Salvatore Cirincione, Maurizio Di Marzio, Paola Filippi, Gino Giunti, Ermenegildo Marinelli, Marina Petrella, Giorgio Pietrostefani, Sergio Tornaghi, Raffaele Ventura, Enrico Villimburgo. Ma la normativa sulle estradizioni semplificate a livello dell'Unione Europea esiste solo dal 2005 e la normativa che l'ha istituita prevede esplicitamente che, per i fatti precedenti al 2004, si devono utilizzare le regole precedenti. Non sarà quindi semplice ottenere l'estradizione dalla Francia se non due o tre di queste posizioni. Ci sono poi altri personaggi che non risiedono in Francia: da Alessio Casimirri (romano, coinvolto nel caso Moro, che gestisce un ristorante in Nicaragua), a Gregorio Scarfò (genovese, di cui, addirittura, si dice faccia il missionario nei mari del Sud), a Lorenzo Carpi (autista della colonna genovese delle Br che ha partecipato a 5 omicidi compreso quello di Guido Rossa ed è condannato all'ergastolo. Di lui non si sa nulla da 40 anni, salvo una segnalazione risultata sbagliata nel Nord del Portogallo), a Livio Baistrocchi (anche lui Br genovese con condanna all'ergastolo di cui si dice sia morto) ad Alvaro Lojacono (ex Br rifugiato in Svizzera, che nei giorni scorsi ha detto al Corriere della Sera che accetterebbe di scontare una condanna in Svizzera) al neofascista Delfo Zorzi ormai "giapponese" e a diversi altri. Per alcuni, come si vede, si tratta di questioni procedurali di estradizione, per altri di vere e proprie ricerche da eseguire perché sembrano letteralmente scomparsi nel nulla.
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